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NBA: ultimi 10 giorni di Regular Season

Mentre ad Est la situazione sembra già più delineata, ad ovest continua la bagarre serratissima con cinque squadre distanti appena tre partite.

NBA: ultimi 10 giorni di Regular Season
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31 Marzo 2023 - 13.09


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di Niccolò Righi

10 giorni ormai ci separano dal termine della Regular Season di NBA, con le ultime partite programmate per la prossima domenica 9 aprile. Se ad est la situazione sembra già più chiara, ad ovest la lotta ai playoff diretti e ai play-in, continua ad essere serratissima, con sole tre partite che separano il sesto posto dall’undicesimo

EASTERN CONFERENCE

Ad Est 4 squadre sono già matematicamente ai playoff: Milwaukee Bucks, Boston Celtics, Philadelphia 76ers e Cleveland Cavaliers. I Bucks hanno dominato questa regular season e sono, probabilmente, la squadra favorita non solo ad est ma di tutta la NBA. Il roster è profondissimo e completo e la squadra sembra quasi non avere punti deboli, pur essendo stata battuta questa notte da Boston con un roboante 140-99. Parlando proprio di Boston, la vittoria li avvicina al primo posto, che adesso dista soltanto due partite, e il calendario è leggermente più favorevole. Resta comunque difficile immaginare che Tatum e compagni riusciranno a spodestare i Bucks dalla vetta della classifica.

Nelle partite che restano, entrambe dovranno vedersela con Philadelphia, al momento terza a tre partite da Boston ma con una partita in meno giocata. I 76ers hanno nelle proprie fila Joel Embiid, autore di una stagione stellare che lo vede top scorer NBA (33.2 punti di media a partita) e uno dei due grandi favoriti per il premio MVP, e James Harden, che con i suoi quasi 11 assist di media guida la classifica NBA per numero di assist, appunto. Infine l’altra squadra certa di accedere alla post season è Cleveland, miglior difesa NBA e prima volta negli ultimi 25 anni ad accedere ai playoff senza avere LeBron James in squadra.

Ufficiosamente ai playoff, anche se ancora non ufficialmente, sono i New York Knicks autori, soprattutto tra gennaio e febbraio, di una stagione molto al di sopra delle aspettative. Infine il sesto ed ultimo posto dovrebbe essere conteso, salvo sorprese, da Brooklyn Nets e Miami Heat, anche se quest’ultimi sono reduci da tre sconfitte di fila.

Anche la situazione play-in non dovrebbe essere troppo intricata. Ricordiamo prima come funzionano i play-in: avremo un mini torneo in cui si scontreranno 7ª contro 8ª e 9ª contro 10ª. La vincente tra settima e ottava andrà diretta ai play-off contro la seconda, mentre la perdente giocherà uno spareggio contro la vincente di nona e decima e chi vincerà se la vedrà, ai playoff, contro la prima. Mentre Atlanta e Toronto sono abbastanza indirizzate verso il play-in, anche se quest’ultima, nelle sei partite rimanenti, avrà di fronte Philadelphia, due volte Boston e Milwaukee, per l’ultimo posto il discorso sembra meno chiuso, con Chicago e Washington distanti due partite.

WESTERN CONFERENCE

Ad ovest certezze ce ne sono pochissime, perciò partiamo dalle eccezioni: Denver, Memphis e – fa strano scriverlo – Sacramento. I Nuggets guidano la conference praticamente da inizio stagione, con Jokic, a cui manca pochissimo per concludere con una tripla doppia di media, che se la giocherà con Embiid per la conquista del terzo premio MVP consecutivo (come i soli Kareem Abdul-Jabbar e Magic Johnson). Memphis, paradossalmente, ha acquisito ancor più certezze con la squalifica di otto partite patita dalla star Morant, e da quell’infausta notte del 4 marzo la squadra viaggia con un record di 10 vittorie e 4 sconfitte. Infine la grande sorpresa della stagione: i Sacramento Kings. I Kings in questa stagione sono probabilmente la squadra più divertente dell’intera Lega, hanno il miglior attacco di tutte le trenta squadre NBA e, soprattutto, dopo ben 16 anni, mettono fine alla più lunga striscia di non apparizione ai playoff.

Altre due squadre che dovrebbero essere quasi sicuramente ai playoff sono Phoenix Suns e Los Angeles Clippers. I primi hanno sicuramente patito l’assenza di Kevin Durant dal parquet, il quale si era infortunato lo scorso 9 marzo ed è tornato dopo tre settimane. Con KD in campo, Phoenix ha un record di 4 vittorie e 0 sconfitte, mentre in sua assenza le sconfitte sono state 6 in 10 partite. I secondi, invece, dopo l’all star game sembravano avessero perso un po’ la bussola, con le colpe, manco a dirlo, rivolte in gran parte a Westbrook, nelle ultime dieci però il record è di 7-3, che ha permesso alla franchigia di agganciare il quarto posto dei Suns e di staccarsi dalla “baruffa” che c’è sotto di loro.

Tra il sesto posto di Golden State Warriors (che vuol dire playoff diretti) e l’undicesimo di Dallas Mavericks (che vuol dire essere fuori anche dai play-in), ballano soltanto tre vittorie. A Golden State, delle cinque partite mancanti, ne mancano 3 lontane dalle mura amiche, che potrebbero risultare decisive. Gli uomini di coach Kerr, infatti, hanno un record casalingo di 31-8 (solo Denver fa meglio con 32-7), ma che si ribalta totalmente con il 9-29 fuori dal Chase Center (meglio soltanto di Detroit, ultima ad Est, Houston e San Antonio, ultima e penultima ad Ovest).

Dietro Golden State sono appaiate al settimo e ottavo posto New Orleans Pelicans e Minnesota Timberwolves. I primi hanno vissuto una stagione particolarissima, essendo stati anche in testa alla classifica. Poi l’infortunio di Zion Williamson ha fatto sprofondare la franchigia dal primo al 13º posto, con un record, tra gennaio e febbraio di 6 vittorie e 21 sconfitte. Per i secondi è stata una stagione molto altalenante, con momenti in cui sembravano potessero accedere al playoff in modo diretto, e momenti in cui sembrava potesse sfuggire anche il play-in. Le ultime partite per Minnesota saranno fondamentali, dato che dovranno affrontare Lakers e Pelicans.

Alle spalle di Pelicans e T’wolves, troviamo a pari Los Angeles Lakers e Oklahoma City Thunder. La franchigia giallo-viola di Los Angeles, ha pagato un inizio stagione disastroso, con un roster mal assortito e una serie di infortuni che hanno pesato. Dalla trade deadline del 9 febbraio, tuttavia, la squadra ne è uscita rivoluzionata e le vittorie sono state 13 delle 20 partite totali. Discorso inverso per i Thunder, che ad inizio anno sembravano dovessero vivere l’ennesima stagione volta alle sconfitte per guadagnare posizioni migliori al draft, e che invece si ritrova grazie ad una serie di giovani molto interessanti e alla star Gilgeous-Alexander, ad escludere momentaneamente dal discorso post-season la squadra di Doncic e Irving.

Ultima squadra che sembra candidata ad un accesso ai play-in sono appunto i Dallas Mavericks, che con la trade Irving pensava di aver dato a Doncic la seconda star per puntare al titolo, ma che invece è miseramente sprofondata con un pessimo record di 8-14 da quel 9 febbraio. In Texas l’aria è pesantissima e voci di corridoio parlano addirittura di un Doncic sul piede di partenza. Difficile da dirsi, ma in caso di mancati playoff il presidente Mark Cuban e il GM Harrison saranno chiamati a gestire un’estate tutt’altro che tranquilla.

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