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Tre anni fa ci lasciava l'Aquila di Filottrano, Michele Scarponi

Il 22 aprile 2017 il ciclista di Ancona fu travolto da un furgone mentre era fuori ad allenarsi, oggi il suo ricordo vive con la Fondazione fondata dal fratello Marco

Tre anni fa ci lasciava l'Aquila di Filottrano, Michele Scarponi
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22 Aprile 2020 - 21.45


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 Il 22 aprile 2017 Michele Scarponi era fuori casa ad allenarsi, quando un furgone lo travolse a causa della disattenzione del guidatore. Ciclista marchigiano, capitano dell’Astana, con una trentina di gare del Giro d’Italia all’attivo e ricordato per avere con sé durante gli allenamenti un pappagallino sulla spalla.

Morto a 37 anni, era soprannominato l’aquila di Filottrano per le sue ottime doti da scalatore. Lo scalatore nel ciclismo è colui che è specializzato nelle pendenze in salita e per questo al Giro d’Italia del 2016, nella tappa sulle Dolomiti, si trovò in vantaggio verso Vincenzo Nibali, il suo capitano, che decise di far vincere. Michele poggiò un piede a terra e aspettò che quest’ultimo lo superasse, non prima di dirgli scherzosamente: “E tu che ci fai qui?”. Nibali pochi giorni fa, durante una diretta Instagram, ha ricordato quel giorno dicendo che il 90% della vittoria lo deve a Scarponi.

Michele Scarponi nel 2016 si dimostrò un vero sportivo, consapevole che Nibali poteva vincere il Giro e lui magari la tappa. Ed è rimasta famosa la scena del suo mettere il piede in terra e oggi #piedeaterra è l’hashtag con cui la “Fondazione Michele Scarponi” – voluta dal fratello Marco- conclude i suoi messaggi. La fondazione è una ONLUS, (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale), che crea e finanzia progetti per l’educazione al corretto comportamento stradale.

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