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C’è chi parla di maledizione, c’è chi parla di “una troppa sicurezza che poi alla fine può tradirti”, c’è chi parla di una mentalità europea forse mai trovata.
Le interpretazioni possono essere molteplici, ma al di là delle varie supposizioni emerge ormai un incredibile dato di fatto: la sconfitta di ieri sera contro il Porto denota il sesto turno di eliminazione diretta in Champions in cui la Juventus non riesce a vincere la partita d’andata; procedendo a ritroso, infatti, ai tre ottavi persi si aggiungono l’1-1 di Amsterdam ai quarti di finale contro l’Ajax nel 2019, lo 0-3 rimediato in casa dal Real Madrid nel 2018 (sempre ai quarti) e il 2-2 casalingo agli ottavi contro il Tottenham nell’arco della stessa edizione.
Nonostante la Juventus molto spesso venga data per favorita, esiste come una sorta di filo rosso che sembra accomunare gli inaspettati scivoloni dei bianconeri nella competizione: oltre all’ormai tanto decantato problema di mancanza della giusta mentalità, emergono tuttavia anche altre peculiarità, come un’impostazione del gioco scarsamente efficace delineata dai vari allenatori che si sono succeduti e la poca convinzione – che a volte sa addirittura di totale impotenza – nel sapere raddrizzare una gara nonostante lo svantaggio iniziale.
E’ chiaro che, certamente, un’eventuale sconfitta nel match d’andata non implica la conseguente esclusione dal torneo: nelle partite di ritorno la Juventus ha dimostrato comunque grande capacità di reazione nelle passate edizioni, sia contro l’Atletico Madrid che dopo il pareggio contro il Tottenham.
Allo stesso tempo, però, questo rituale non deve affatto consentire ai bianconeri di abbassare la guardia, infatti i ritorni talvolta sono un po’ una sorta di lotteria: primo, perché non sempre si riesce a rimontare un risultato negativo; secondo, perché le energie fisiche e la concentrazione possono venire improvvisamente meno, essendo numerosi gli impegni che possono accavallarsi ad un certo punto del cammino.
Inoltre, la Juventus è chiamata a sfatare un altro tabù che nel corso degli anni è apparso sempre più nitido: nelle due finali raggiunte nel 2015 e nel 2017 con Allegri, infatti, i bianconeri avevano vinto tutte le partite di andata a eliminazione diretta in entrambi gli anni, come se al principio la squadra fosse più coesa e meno timorosa nell’affrontare una competizione così importante ma anche insidiosa.
I pronostici nascono, però, per essere ribaltati e la Juventus ha tutte le carte in regola per costruire il suo cammino verso una finale di Champions che, ormai, manca da ben quattro anni.
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