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Italia-Inghilterra, la pagella dei Campioni d’Europa: Bonucci la pareggia e Donnarumma para, la stella è Mancini

Le valutazioni dei giocatori di Mancini che dopo la finale persa del 2012 tornano sul tetto d’Europa dopo 53 anni: ai rigori decisive le parate del portiere classe 1999

Italia-Inghilterra, la pagella dei Campioni d’Europa: Bonucci la pareggia e Donnarumma para, la stella è Mancini
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11 Luglio 2021 - 23.59


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Di Marco Bertolini

Gianluigi Donnarumma 10: forse sul goal non è irreprensibile dato che il tiro di Shaw è indirizzato sul suo palo però si riscatta con una parata più acrobatica che difficile al minuto 64 sul colpo di testa di Stones, importante perché dà fiducia all’intera squadra; prestazione sufficiente ma il voto si alza perché ai rigori è decisivo parando il quarto e l’ultimo, decisivo, infine è premiato come il miglior giocatore del torneo, come capita solo alle stelle.
Giovanni Di Lorenzo 5.5: all’esordio in una finale continentale, l’inesperienza si vede sopratutto nel primo goal in cui non si accorge di Shaw solo dietro di lui, dimenticato dalla difesa e centrocampo Azzurri, ma con il passare dei minuti acquisisce sicurezza e passa la paura: in difesa migliora molto mentre in fase offensiva manca il suo apporto.
Leonardo Bonucci 6.5: insieme a Chiellini è quello con più esperienza ad alti livelli e si vede sopratutto dopo il goal: non si perde d’animo e continua ad incitare i compagni suonando spesso la carica, come il tiro a fine primo tempo; voto alto per il goal del pareggio, da rapace d’area, infine per il rigore calciato con estrema sicurezza, il secondo consecutivo.
Giorgio Chiellini 6.5: solita battaglia con il centravanti avversario, questa sera è toccato ad Harry Kane l’ingrato compito di farsi valere contro il capitano italiano e il numero 3, dopo i primi minuti in cui ha sofferto, ha poi preso le misure anticipando spesso il capitano avversario; alla lunga sale in cattedra il livornese costringendo il numero 9 inglese a gravitare lontano dall’area piccola e anticipando spesso i veloci attaccanti avversari con intelligenza ed esperienza.
Emerson Palmieri 6: non é Spinazzola ma rispetto alla Spagna cresce: dopo aver sofferto i primi minuti le folate offensive di Trippier, autore dell’assist per il goal di Shaw, con il passare dei minuti alza il ritmo aiutando in difesa ma sopratutto facendosi spesso vedere in proiezione offensiva..
(dal 118′ Alessandro Florenzi s.v.)
Nicolò Barella 5: un Europeo non certo in crescendo per il nativo di Cagliari che dopo le prime partite da centrocampista box to box per tutta la partita, alla lunga ha sofferto le fatiche di una stagione particolarmente lunga, sopratutto per lui, titolare nella finale di Europa league il 21 Agosto scorso e in campo e in campo un mese dopo per la prima giornata del nuovo campionato.
(dal 54′ Bryan Cristante 5.5: entra al posto di un centrocampista di quantità, lui ci mette qualità abbinandola ad un dinamismo che gli permette di essere utile sia in difesa che in attacco; meno appariscente del compagno interista ma sicuramente più fresco)
Jorginho 5.5: soffre come i compagni dopo i primi minuti per il goal subìto, poi si fa male al ginocchio ma stringe i denti: alla lunga sembra che il dolore sparisca ma non è una partita facile sopratutto per lui, abituato a muovere il gioco il quale a Wembley è mancato.
Marco Verratti 5.5: a centrocampo è quello con più esperienza e partite così le ha giocate: all’inizio appare un po’ con il freno a mano tirato sopratutto per la grandissima prova di Rice che gravita spesso nella sua zona, ma non si lascia surclassare e continua a mordere sui portatori di palla avversari; è suo il colpo di testa che viene parato da un grande intervento di Pickford poi convertito in rete da Bonucci.
(Da 97′ Manuel Locatelli 5.5: entra quando gli avversari sono in difficoltà, aiuta molto in difesa combattendo su ogni pallone che gli passa vicino, per poi riversarsi nella metà campo avversaria con decisione e personalità, mancate contro la Spagna)
Federico Chiesa 8: si è parlato di un’Italia senza stelle ma se la definizione di essa è quella del giocatore che accende la scintilla e che trascìna i propri compagni, lo juventino lo è: sul finire del primo tempo si accende con un mancino al limite dell’area dopo essere partito da metà campo; esce per infortunio il figlio di Enrico Chiesa che meritava di finire la partita per la sua importanza essendo il leader emotivo della Nazionale di Mancini.
(dal 87′ Federico Bernardeschi 6: fatica ad entrare nel vivo della partita anche per la grande fisicità avversaria a cui non può opporre la velocità e i cambi di direzione del compagno bianconero; ci prova con la classe ma non è facile ma ai rigori, come contro la Spagna, non sbaglia, tirando centralmente.)
Ciro Immobile 5: partita non facile per “Re Ciro”, come lo chiamano a Roma quando gioca per la Lazio: di regale ha poco l’ex Scarpa d’oro che soffre forse la difesa della Nazionale di Sua Regina non riuscendo ad incidere; a fine primo tempo ci prova con una sforbiciata con la palla che s’infrange sul corpo di un avversario ma non è abbastanza, nonostante la solita prova condita da tanto sacrificio.
(dal 54′ Domenico Berardi 5.5: è diverso da Chiesa perché non punta l’uomo e non è un moto perpetuo che sprigiona energia ogni qual volta controlli palla, ma è comunque molto bravo ad entrare subito in partita sfiorando anche il goal; aveva il peso del primo rigore, non lo sbaglia.)
Lorenzo Insigne 5.5: rispetto a Chiesa non riesce ad accendersi davvero nella serata di Wembley nonostante ci provi anche su calcio di punizione: non è molto fortunato e rispetto alla serata contro il Belgio è mancato il guizzo da Numero 10.
(dal 91′ Andrea Belotti 5.5: mette fisicità e combatte contro i colossi inglesi, a differenza dell’amico Immobile ha meno difficoltà a reggere il pallone e dopo una partita di fatica, il suo lavoro sporco ai supplementari risulta molto utile.)

All. Roberto Mancini 10: voto più per il percorso fatto che per la partita in quanto, come contro la Spagna, alcuni cambi non convincono, come il falso nove riproposto con Insigne,; è però molto merito suo se nel secondo tempo l’Italia entra finalmente in campo cambiando le sorti del match.
Ha preso la Nazionale italiana che non era squadra e l’ha resa tale, ha preso una Nazionale non qualificata ai Mondiali e alla prima competizione ufficiale vince in finale con 13 goal fatti e 4 subiti in 7 gare, con il titolo di Campioni d’Europa conqistato: what else?

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