di Alessandro Manca
“Ciao, sono Jakub Jankto. Sono gay e non voglio più nascondermi. Come tutti gli altri, ho i miei punti di forza, i miei punti deboli, una famiglia, i miei amici, un lavoro che svolgo al meglio da anni, con serietà, professionalità e passione. Come tutti gli altri, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. MA con amore. Sono gay e non voglio più nascondermi”.
Così recita il videomessaggio dello sportivo, pubblicato quest’oggi su Instagram. L’attuale centrocampista dello Sparta Praga (in prestito dal Getafe) ha quindi deciso di raccontarsi usando i social, ossia il più grande mezzo di diffusione che esista attualmente. Il suo nome si aggiunge dunque alla lista di tutte quelle persone che, in un mondo inquinato da un machismo sempre più asfissiante, hanno avuto il coraggio di rivelare la loro identità sessuale. Il primo caso di un calciatore che ebbe il coraggio di farlo risale al 1990, quando Justin Soni Fashanu, che ai tempi vestiva la maglia del Leyton Orient, decise di dichiarare la sua omosessualità in pubblico. Ma questo lo portò ad essere rinnegato a livello mediatico e sociale, sino a portarlo al tragico suicidio nel 1998.
Probabilmente però i tempi sono cambiati.
Si, perché l’ex giocatore di Udinese e Sampdoria ha ricevuto migliaia di tweet di sostegno: non solo il suo attuale club ha sostenuto il giocatore twittando “Hai tutto il nostro supporto. Vivi la tua vita, Jakub. Non importa nient’altro.”, ma anche Juve, Barcellona, Federcalcio della Repubblica Ceca, la Uefa e svariate altre realtà hanno mostrato la loro solidarietà verso il ragazzo con tweet che non solo sottolineano il coraggio del giocatore e lo supportano, non lasciandolo solo in un momento delicato, ma incitano alla fratellanza e alla parità di diritto. Inoltre, i cinguettii provenienti dal mondo sportivo, danno ancora maggior risalto alle dichiarazioni del centrocampista, nella speranza forse di dare coraggio a chi ne ha bisogno.