Sara Errani dovrà scontare dieci mesi di squalifica: questa è stata la revisione del Tas sul caso doping. La tennista azzurra era stata trovata positiva al “letrozolo” lo scorso agosto, quindi sospesa dalla federazione internazionale per due mesi.
Proprio in questo contesto la Nado Italia aveva fatto ricorso, giudicando la sospensione troppo lieve.
Dieci mesi di squalifica: il Tas rivede in maniera molto dura il caso doping di Sara Errani, la tennista azzurra trovata positiva al ‘letrozolo’ lo scorso agosto e per questo sospesa due mesi dalla federazione internazionale. Uno stop contro il quale la Nado Italia aveva fatto ricorso, ritenendolo troppo lieve.
La squalifica – già scontati due mesi – va ora dall’8 giugno all’8 febbraio 2019.
La tennista dovrà pagare 4000 franchi svizzeri alla Nado e perde anche tutti i risultati conquistati dopo il ritorno in campo.
Errani era stata squalificata dalla federtennis internazionale per due mesi a partire dal 3 agosto scorso ed era tornata in campo ad ottobre al torneo di Tianjin. in Cina. “Un Tribunale Indipendente nominato ai sensi del Programma Antidoping 2017, si leggeva nel comunicato dell’ITF, ha rilevato che Sara Errani ha commesso una violazione del codice antidoping ai sensi dell’articolo 2.1 del Programma e, di conseguenza, le ha tolto i risultati conseguiti e imposto un periodo di squalifica due mesi, a partire dal 3 agosto 2017”.
“Questi campioni – rilevava la ITF – sono stati inviati al laboratorio accreditato da Wada a Montreal per l’analisi ed è risultato che contenessero letrozolo, un inibitore di aromatasi incluso nella sezione S4 (ormoni e modulatori metabolici) tra le sostanze proibite dalla Wada”. Errani era stata privata dei risultati acquisiti tra il 16 febbraio (data della raccolta dei campioni) e il 7 giugno, con conseguente perdita dei punti nella classifica e dei premi vinti. La tennista romagnola si era difesa e aveva dato la colpa ad un tortellino contaminato. “Noi non sappiamo esattamente come sia successo. Quella del tortellino è l’unica opzione possibile perché abbiamo eliminato tutte le altre”, aveva detto Errani dopo la prima squalifica affermando di non essersi mai dopata che sua madre assumeva il letrozolo dal 2012. La Nado Italia aveva fatto ricorso contro la sospensione per due mesi.
Errani: “Nauseata, non so se torno” – “Sono davvero nauseata da questa vicenda. Trovo una profonda ingiustizia e la voglio gridare a testa alta, perché so di non aver più niente da rimproverarmi. Non so se avrò la forza e la voglia di rigiocare a tennis dopo tutto questo. Questo aumento di squalifica lo trovo una vergogna”. È lo sfogo, via twitter, di Sara Errani dopo la decisione del Tas di aumentare da 2 a 10 mesi la squalifica per doping.
Binaghi, sentenza iniqua e fuori tempo – “ll fatto che il Tas abbia emesso questa sentenza iniqua sei mesi dopo la data che lo stesso organo giudicante aveva annunciato rappresenta una grave violazione dei diritti dell’atleta che si è vista privata della serenità necessaria a svolgere la sua professione di tennista ormai da un anno a mezzo. Il tutto a causa dell’assunzione di una sostanza che lo stesso Tas ha valutato come involontaria. Sono convinto che Sara supererà questo momento difficile e la aspettiamo in campo”.
Così Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, commenta la decisione del Tas che ha squalificato per 10 mesi Sara Errani, positiva al letrozolo.
“La FIT – si legge in una nota della Federazione – dopo aver preso atto dell’esito del processo di appello al Tas di Losanna esprime la vicinanza all’atleta ribadendo il convincimento della sua innocenza, nel segno di una carriera vissuta nel rispetto dei valori su cui si fonda il tennis italiano. Del resto la stessa sentenza ha ribadito per la seconda volta l’assoluta involontarietà nella singola assunzione della sostanza vietata, dimostrazione palese e incontrovertibile che non c’è stato dolo. La FIT è vicina a Sara ed è convinta che tutto ciò rappresenterà non un freno alla sua carriera, ma l’occasione per ripartire con ancor maggior forza”.
Errani era stata squalificata lo scorso 2 agosto in primo grado per due mesi dall’Itf, la federazione internazionale, per la positività al letrozolo rilevata il 16 febbraio 2017 durante un test a sorpresa fuori dai tornei. Nado Italia, l’Agenzia antidoping del Coni, aveva presentato ricorso al Tas di Losanna contro la sentenza di primo grado. Anche la tennista romagnola aveva presentato appello chiedendo il reintegro dei premi e dei punti che le erano stati tolti in seguito alla sentenza dell’Itf.