La Roma non sfata il tabù Siviglia ed è costretta ad arrendersi ai rigori: le pagelle | Globalsport
Top

La Roma non sfata il tabù Siviglia ed è costretta ad arrendersi ai rigori: le pagelle

Dopo una partita infinita, durata 146 minuti, i rigori condannano la Roma. Al Siviglia la sua settima Europa League della storia, la quinta negli ultimi dieci anni.

La Roma non sfata il tabù Siviglia ed è costretta ad arrendersi ai rigori: le pagelle
Roma-Siviglia
Preroll

Redazione Modifica articolo

1 Giugno 2023 - 00.16


ATF

di Niccolò Righi

Rui Patricio 6: pressoché inoperoso per tutta la partita e incolpevole sul gol. Piccola sbavatura sul finale del secondo tempo, dove si lascia sfuggire un tiro di Suso dalla distanza senza però grandi conseguenze.

Mancini 5,5: nel primo tempo è bravissimo nella rapidità con cui innesca Dybala per il gol del vantaggio. L’autogol però, seppur involontario, pesa molto nell’economia del match.

Smalling 7,5: solita grande solidità difensiva, soprattutto nelle palle alte in cui vince nettamente il duello con En-Nesyri. Alla lunga diventa pressoché insuperabile, reggendo da solo la difesa giallorossa dagli affondi degli andalusi. Indubbiamente il migliore in campo dei suoi.

Ibanez 6: per l’approccio difensivo meriterebbe anche mezzo voto in più, però l’errore nel secondo tempo dove non riesce a a impattare a pochi passi, con Bounou a terra, è un errore da matita rossa che poteva chiudere i conti. Un plauso per essere rimasto in campo con un labbro aperto.

Celik 6,5: nel primo tempo è uno dei migliori dei giallorossi, offrendo un gran assist a Spinazzola dopo dieci minuti. Nella ripresa la squadra arretra il baricentro e lo si vede meno, ma la sua resta comunque una partita più che positiva. (dal 90′ p.t.s. Zalewski 6,5 entra con la personalità e il piglio di un veterano. Se non fosse che la sua carta d’identità dice anno di nascita 2002).

Cristante 6: partite vecchio stile per il roccioso centrocampista della Roma, più attento a difendere che a costruire e ad attaccare.

Matic 7: leader tecnico e tattico del centrocampo capitolino, si spreca molto in fase difensiva nel chiudere la porta ai tentativi d’attacco degli esterni spagnoli. 119 minuti da leader a quasi trentacinque anni. (dal 119′ s.t.s. Bove s.v.).

Spinazzola 5,5: dopo pochi minuti avrebbe un rigore in movimento solamente da spingere in rete, invece il suo tiro è centrale e debole. Per il resto della gara non riesce a dare il suo solito apporto offensivo e a livello difensivo le azioni pericolose del Siviglia arrivano spesso dal suo lato. (dal 105′ s.t.s Llorente s.v.)

Pellegrini 6: prezioso lavoro sporco e sempre molto preciso nei piazzati, da cui nascono le occasioni più pericolose della Roma. (dal 105 s.t.s El Shaarawy s.v.)

Abraham 5: nel primo tempo la sua è una presenza impalpabile. Fa forse peggio nel secondo quando si fa respingere da pochi passi da Bounou un tap-in servito su un piatto d’argento. (dal 74′ s.t. Belotti 6 entra con un brio migliore del compagno di reparto e va vicinissimo al gol su uno schema da palla in attiva, trovando la respinta di un super Bounou).

Dybala 7,5: se la Roma è a giocarsi una partita di questo tipo il merito è in gran parte suo. È il faro della squadra, anche se acciaccato. Crea per sè, per i compagni e realizza un gol da centravanti. Quando esce lui, si spenge la luce. (dal 68′ s.t. Wijnaldum 5 è uno dei pochi giocatori che questo tipo di partite le ha già giocate, per questo uno si aspetterebbe che il suo ingresso possa cambiare la gara. Invece l’olandese entra moscio e con poca grinta, perdendo numerosi palloni e sbagliando altrettanti passaggi).

Mourinho 6: la Roma non giocherà il miglior calcio d’Europa, per usare un eufemismo, ma alla fine dei conti le occasioni più ghiotte del match sono per loro e il Siviglia arriva ai rigori soltanto per una sfortunata deviazione di Mancini, e per un arbitraggio abbastanza discutibile. La grande, enorme, pecca dell’allenatore è però quella di non essersi voluto scoprire neanche nel secondo tempo supplementare, quando l’ingresso di El-Shaarawy poteva essere fatto per uno tra Matic e Cristante, anziché per Pellegrini. Questa scelta condanna i giallorossi a non avere nessuno dei suoi rigoristi in campo e a dover calciare dagli undici metri con tutti i difensori.

Native

Articoli correlati