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Champions, il Pd chiede di spostare la sede della finale: "A San Pietroburgo no contesto giusto"

Lotti, Andrea Rossi, Prestipino e Berruto, in una nota, propongono di cambiare la sede della massima competizione calcistica europea, a fronte dei venti di guerra in Ucraina

Champions, il Pd chiede di spostare la sede della finale: "A San Pietroburgo no contesto giusto"
Il trofeo della Champions League
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22 Febbraio 2022 - 19.40


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In una nota i deputati del Partito democratico Andrea Rossi, Luca Lotti e Patrizia Prestipino, insieme al responsabile nazionale Sport Pd Mauro Berruto hanno caldeggiano l’opportunità di spostare in altra sede la finale di Champions League, prevista a San Pietroburgo, a fronte della situazione di tensione in Ucraina. “Esprimiamo enorme preoccupazione per quello che sta avvenendo lungo il confine orientale dell’Ucraina, la decisione di Putin di riconoscere le due repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk e l’invio di truppe nel Donbass spingono l’Europa sull’orlo della guerra. In queste ore tutte le iniziative diplomatiche sono indispensabili per scongiurare l’aggravarsi della situazione, così come le sanzioni che l’Europa e gli Stati Uniti riterranno utili applicare”.

La finale della massima competizione calcistica europea non potrebbe svolgersi nel contesto giusto, dato che i venti di guerra non si sposano coi principi veicolati dallo sport: “In questo contesto, anche il mondo dello sport da sempre portatore dei valori di pace e fratellanza si interroghi sul prossimo futuro. Riteniamo opportuno prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di spostare in altra sede la finale di Champions League, prevista a San Pietroburgo. Uno degli eventi sportivi più importanti dell’anno, con un seguito e un’attenzione mondiale, difficilmente potrebbe svolgersi come se niente fosse in un contesto come quello che si va delineando. Del resto fu avanzata una proposta simile anche nel 2020, quando chiedemmo lo spostamento da Istanbul in nome dei diritti civili. Lo sport è partecipazione, è fratellanza, è competizione nel rispetto reciproco. Tutti valori incompatibili con i venti di guerra”.

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