E’ il 12 maggio del 1985 quando, con il pareggio contro l’Atalanta, il triplice fischio dell’arbitro sancisce l’impresa: per la prima e unica volta nella sua storia l’Hellas Verona è campione d’Italia.
Alla fine del campionato i punti saranno 43 (si era ancora nell’epoca dei due punti per vittoria), davanti al Torino e all’Inter.
Una conquista che acquisisce un valore più grande se si pensa al valore della Serie A in quegli anni: vi erano squadre come il Napoli, la Juventus e la Roma che potevano vantare nelle proprie rose campioni come Maradona, Platini e Falcao.
Le partite perse furono soltanto due: simbolo di una grande organizzazione difensiva e tattica.
La cavalcata dei ragazzi di Bagnoli fu esaltante, ma diversi furono i nomi che ancora oggi sono ricordati: il portiere Garella (destinato poi al Napoli con cui vinse un altro tricolore nel 1987), lo scultoreo tedesco Briegel, l’instancabile Antonio Di Gennaro, il bomber Galderisi (11 gol in 29 partite) e il fuoriclasse danese Elkjaer, autore della rete del pareggio che consegnò lo scudetto all’Hellas Verona.
Un campionato vinto da “underdog”, come non se ne vedono ormai più molti: il più recente da ricordare quello del Leicester di Claudio Ranieri in Premier League, che, partito per conquistare una tranquilla salvezza, sbaragliò la concorrenza dei top club nel 2015-2016.
35 anni fa lo storico scudetto dell'Hellas Verona
Il 12 maggio del 1985, la compagine scaligera guidata da Osvaldo Bagnoli compì un'impresa rimasta negli occhi e nel cuore di molti. Una delle ultime favole a cui abbiamo potuto assistere
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12 Maggio 2020 - 21.59
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