L’assemblea della Lega Seria A ha approvato all’unanimità il piano del taglio degli stipendi per calciatori, allenatori e tesserati. Il progetto sarà valido per tutti i club, esclusa la Juventus che ha un accordo interno.
L’intervento prevede una riduzione di un terzo della retribuzione totale annua lorda se non si riprenderà l’attività, e di un sesto se nei prossimi mesi si completerà la stagione. I club poi definiranno gli accordi con i tesserati.
È stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno, si legge nella nota.
L’Assemblea riunita oggi ha inoltre analizzato le raccomandazioni per la ripresa di gare e allenamenti delle varie discipline sportive prescritte dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, alla luce dell’attuale situazione di emergenza sanitaria. A tal proposito entro fine settimana la Federcalcio emanerà le relative norme medico sanitarie.
Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (Aic), ha commentato la decisione odierna della Lega: “Un taglio secco che va a finanziare una attività imprenditoriale di fatto con i contratti dei giocatori. E’ una cosa veramente paradossale e incomprensibile”.
Intervistato da Radio 2 ha rilasciato alcune considerazioni, “l’obiettivo primario è quello di concludere regolarmente la stagione, ma il rischio è quello di chiudere qui”. La preoccupazione del presidente va alle serie minori che hanno inevitabilmente meno fondi. “Ci sono società che rischiano di non riuscire ad iscriversi al prossimo campionato e calciatori che rischiano il posto di lavoro”.
Tornando alla riunione di Serie A l’ex calciatore Tommasi ha aggiunto che, “Se le società di serie A si devono trovare in assemblea e fare una delibera per decidere di non pagare più nessuno, quando in realtà trattano con i giocatori, i singoli club, penso che la discussione sia durata zero secondi ed è molto preoccupante”.
Tommasi infine ha concluso definendo “quasi schizofrenia” il comportamento generale dei vertici, che da un lato tengono sotto d’occhio i giocatori affinché non tornino ad allenarsi e allo stesso tempo dicono che i giocatori non verranno pagati più se non si tornerà a giocare.
Il vice presidente dell’Aic, Umberto Calcagno, ha dichiarato: “Consideriamo questa proposta come un qualcosa di vergognoso e irricevibile. È chiaro che si vuol far pagare il tutto solo ai calciatori e non va bene. L’unico aspetto che consideriamo rilevante è che si dovrà trovare l’intesa tra i club e i giocatori stessi”