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Pizzul: "Bravo Mancini, ma gli azzurri non sono ancora pronti per vincere"

Nel secondo segmento dell'intervista di Globalsport a Bruno Pizzul si parla della situazione del calcio italiano, con uno sguardo alla Serie A e alla nazionale italiana.

Pizzul: "Bravo Mancini, ma gli azzurri non sono ancora pronti per vincere"
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19 Febbraio 2020 - 19.48


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Di Emilio Scibona

La seconda parte dell’intervista Globalsport a Bruno Pizzul (qui la prima parte) voce storica della Rai, focalizzata sulla Serie A e sulla nazionale italiana di calcio.

Non possiamo non passare a questo punto all’attualità calcistica. Dopo anni di sostanziale monopolio stiamo assistendo ad una lotta Scudetto particolarmente infiammata, con il primato della Juve seriamente insidiato da Inter e Lazio. Quali sono le sue sensazioni in merito a questo scontro al vertice?

“In qualche modo sono felice dello sviluppo del campionato perché tra la sorpresa generale rispetto alle valutazioni di partenza avevo inserito la Lazio tra le possibili candidate, suscitando ilarità. Alla fine avevo ragione, non dico che vincerà lo scudetto ma è una delle poche squadre che si fa guardare volentieri e che seguo assieme ad Atalanta e Verona. Non so come andrà a finire la corsa allo scudetto, ma è una sfida stimolante ed era anche ora. L’egemonia totale imposta dalla Juventus in queste stagioni ha tolto tanto pathos”.

In zona Europa, tolta l’Atalanta che sembra proiettata verso il quarto posto, tutto è ancora in bilico. Secondo lei dobbiamo aspettarci la riscossa delle grandi decadute oppure salterà fuori la sorpresa?

“Io penso che il Milan potrà recuperare parecchio, anche il Napoli ha le potenzialità tecniche ma in questo momento l’ambiente napoletano è in una fibrillazione costante e i rapporti tra squadra e dirigenza non sono ottimali. Gattuso ci sta mettendo tutta la volontà per calmare le acque ma restano le difficoltà. Poi c’è il Verona che sta facendo benissimo, ma pur avendo messo in campo giovani di grande talento, credo che manchino le potenzialità per inserirsi stabilmente. Per ora c’è invece una Roma che sta facendo meno bene di quanto ci si aspettasse ma che può risolvere in poco tempo i suoi problemi.Il fatto che ci siano comunque tante squadre in fila rende l’idea della consistenza della competizione”.

In bassa classifica troviamo quelli che sono i suoi due amori calcistici, Udinese e Torino, che in modo diverso vivono la stessa situazione. I primi seminano tanto ma raccolgono poco, i secondi sembrano essere entrati in una spirale senza fondo. Entrambe devono seriamente preoccuparsi di un rischio retrocessione?

“Seriamente no, preoccuparsi sì. Gli appesantimenti sono evitabili, giusto stare sull’attenti ma senza minare la propria serenità per affrontare gli impegni. I granata hanno imbeccato una strada preoccupante: non dimentichiamo che questa squadra è stata costruita per altri traguardi, poi nel calcio subentrano momenti di difficoltà non facilmente spiegabili. Devono cominciare a fare punti da subito. L’Udinese ha questo incredibile scarso feeling con il gol, è una delle squadre che segna meno. Sotto quell’aspetto deve cambiare qualcosa, ok che gli attaccanti non sono dei cannonieri clamorosi ma sono tutt’altro che scarsi e possono segnare di più. Pensiamo anche al fatto che l’Udinese sotto il punto di vista della manovra sta facendo benissimo grazie a un centrocampo di qualità coi vari De Paul, Mandragora e Fofana che confeziona tante occasioni ma non riesce a segnare. A Udine dicono “Cambierà” speriamo davvero che cambi. I bianconeri non possono accontentarsi del pareggio e di fare un punto alla volta. Credo che comunque entrambe non mi daranno il dispiacere di approdare nei cadetti”.

Passiamo alla nazionale, che a tre anni dallo smacco contro la Svezia tornerà a giocare una grande competizione internazionale. Che sensazioni le ha suscitato l’Italia di questo nuovo ciclo di Mancini?

“Direi prima di tutto che Mancini ha avuto la bravura e la fortuna di intercettare dei giovani forti: c’è la possibilità di sperare nella maturazione di questi elementi, in passato abbiamo avuto una difficoltà nel ricambio generazionale, abbiamo sostituito dei campioni non dei sostituti non sempre all’altezza. Oggi ci sono tante promesse ed un’attenzione particolare e lucida del c.t. alle nuove generazioni. Spero che si possa far bene ma al tempo stesso fare attenzione a creare aspettative esagerate, perché se così fosse, basterebbero pochi giri a vuoto per far partire mugugni poco producenti”.

In chiusura le chiediamo quali sono per lei le prospettive della nazionale per questi Europei.

“Non credo che possa vincere gli Europei già adesso ma farà sicuramente molto bene”.

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