Donadoni ha esordito così: “C’è totale libertà di movimenti, i controlli scattano se si va nei ristoranti e nei supermercati”.
E sul mondo del calcio: “Noi ci stiamo allenando, ognuno nel proprio club. Una data di inizio del campionato ancora non è stata decisa, si vocifera di ripartire senza pubblico, in una data tra maggio e giugno. Diciamo che si naviga ancora un po’ a vista. Come tecnico sto vivendo una situazione mai sperimentata prima: una preparazione di due mesi e mezzo, che sarebbe impossibile senza delle interruzioni”.
Da remoto “il miglior giocatore italiano degli anni novanta” sta seguendo il dibattito in corso sul come e quando far ripartire il calcio in Italia: “Molto dipende dalla nostra capacità di saper gestire le indicazioni sanitarie, senza essere superficiali, dal nostro grado di educazione. In questo la Cina ci dovrebbe aver insegnato qualcosa”.
L’ipotesi di allenamenti senza contatti a suo parere “sarebbe già un primo step che si può pensare di intraprendere. Un buon inizio per cercare di tornare alla normalità anche nello sport”.
Ha lanciato poi l’allarme sullo stato delle categorie inferiori: “Sento parlare tanto di Serie A, ma trascurare il resto del calcio sarebbe un gravissimo errore. Per questo tutto andrebbe programmato con criterio”.
Ed ha concluso: “In tutti i settori ed ognuno di noi dovrà dare il proprio contributo, sapendo che ci dovremo ridimensionare e che le cose non potranno ripartire come erano prima della crisi”.