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115 anni fa nasceva il Boca Juniors

Unica squadra argentina a non essere mai retrocessa e una delle due squadre sudamericane che hanno vinto più titoli internazionali. Per molti anni è stata la squadra del numero 9 Martín Palermo

115 anni fa nasceva il Boca Juniors
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3 Aprile 2020 - 22.55


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Il 3 aprile 1905 un gruppo di giovani italiani provenienti da Genova si incontrarono nel quartiere La Boca per fondare un club. Oggi, a 115 anni di distanza, il Club Atlético Boca Juniors, noto come Boca Juniors, è una società calcistica che vanta di un palmarès da invidia. 

Il Boca nasce con la divisa bianco nera, ma due anni dopo i cinque ragazzi fondatori furono costretti a cambiare i colori e scelsero il giallo e il blu, da questo fatto uno dei tanti soprannomi della squadra “la azul y oro.”

La Bombonera può essere fiera della propria squadra: 18 trofei riconosciuti dalla CONMEBOL, la Confederación sudamericana de Fútbol, e terza classificata insieme al Milan e all’Indipendiente per trofei confederali e interconfederali vinti. 

Senza tralasciare il fatto che sia riuscita a ottenere il triplete in due occasioni, nel 2000 e nel 2004 e che sia l’unica squadra del continente a vantare della doppietta nazionale, conquistata nel 2018 con il campionato argentino e la Copa Argentina.

Con sede a Buenos Aires, gli Xeneizes sono considerati tra le squadre argentine più popolari insieme al River Plate, storica rivale con cui disputa il Superclàsico, derby argentino che oppone le due squadre nate dallo stesso quartiere. 

 

In occasione del compleanno del club, Martín Palermo, storico attaccante del Boca, afferma: “Io e il Boca una cosa sola.”

Oggi “El titan” ha 49 anni e allena una squadra della Primera División messicana, ma la sua figura non è stata dimenticata dagli argentini i quali gli hanno dedicato un docufilm dal titolo “El Titan.”

In tanti lo hanno etichettato come ”Loco”, ma in realtà la sua figura è saggia e razionale, folli possono essere definiti i suoi gol. Egli, infatti, ha segnato in tutti i modi possibili e bizzarri: scivolando e calciando con entrambi i piedi, appeso alla traversa, di testa da quaranta metri, dalla metà campo e persino con un ginocchio rotto. “Tutti significativi per diversi momenti della mia carriera, oltre che per averli vissuti e condivisi con la gente” racconta l’ex Boquenses, considerato  un bambino goffo e adatto per tagliare l’erba del campo, ma che oggi può vantarsi di una carriera da 236 goal, la più grande della storia della Bombonera. 

 

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