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Irene Siragusa, da Colle Val d'Elsa a Tokyo: "Le Olimpiadi un sogno, ma punto a fare sempre meglio”

La velocista italiana parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo nella staffetta 4x100: "Dopo la delusione per non aver corso a Rio ci siamo rimboccate le maniche e siamo pronte. Daremo il nostro massimo"

Irene Siragusa, da Colle Val d'Elsa a Tokyo: "Le Olimpiadi un sogno, ma punto a fare sempre meglio”
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23 Luglio 2021 - 12.29


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di Antonio Mazzolli
Irene Siragusa è una dei 384 rappresentanti italiani che voleranno a Tokyo nelle Olimpiadi forse più complicate della storia.

Ha 28 anni compiuti un mese fa e sarà la prima atleta di Colle Val d’Elsa (città dove è cresciuta), in provincia di siena a partecipare alla più grande manifestazione sportiva esistente.

Nella sua carriera ha conquistato a livello giovanile 14 medaglie con 6 titoli nazionali e detiene 2 record di categoria, entrambi stabiliti con la staffetta 4×100 m, uno promesse e l’altro juniores.

E’ alla sua prima Olimpiade della carriera, dopo non aver centrato l’accesso alle scorse Olimpiadi di Rio nel 2016 per una beffa nel ranking con la staffetta azzurra.

Questa delusione è stata però rimarginata quattro anni più tardi, quando grazie al raggiungimento della finale mondiale di Doha, le azzurre hanno ritoccato il record italiano e hanno potuto festeggiare la qualificazione a Tokyo.

La “velocista con gli occhiali” ha recentemente conquistato alle World Athletics Relays in Polonia, nella 4×100, la medaglia d’oro con la Nazionale italiana assieme a Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana.

Irene non correrà purtroppo a livello individuale sui 100 e 200 metri a Tokyo, ma si dice pronta, nelle batterie del 5 agosto (e speriamo anche più avanti), a correre più veloce possibile con le altre staffettiste.

Quando hai cominciato e quando hai scoperto di avere una passione così forte per questo sport? Chi ti ha spinta a proseguire?

Ho iniziato a fare atletica quando facevo le elementari. Sono stata spinta a provare questo sport da mia mamma che l’aveva fatto in gioventù, non è stato amore a prima vista. Solo col tempo ho iniziato ad apprezzare questo sport e la voglia di migliorarmi. Il mio primo amore è sempre stato il pattinaggio artistico.

Quale importanza ha avuto crescere in una città di provincia come Colle Val d’Elsa e quali emozioni si provano ad essere proprio la prima della tua città a concorrere per una manifestazione così grande?

Fino a pochi giorni fa non sapevo di essere la prima colligiana ad andare alle Olimpiadi e questa cosa mi ha fatto riflettere molto. Sono cresciuta sia nella vita che sportivamente a Colle di Val d’Elsa e non avrei cambiato questo posto per niente al mondo. 

Avere la pista di atletica vicino a casa è stata una marcia in più che mi ha permesso di continuare senza troppi ostacoli. Nel corso degli anni sono rimasto sempre con la stessa allenatrice (Vanna Radi) e i compagni di allenamento si sono intercambiati. 

Sono fiera di essere cresciuta nel mio territorio di residenza e di portare un pezzettino di Colle con me a Tokyo.

Come cambia la vita in previsione di un Olimpiade e cosa cambierà dopo?

Aspettavo l’olimpiade da molti anni e adesso che l’ho conquistata non ne sono pienamente soddisfatta. Avrei voluto esserci anche nella gara individuale, ma metterò comunque il mio 100% nella staffetta!

Purtroppo gli ultimi due anni sono stati molto faticosi da gestire e anche l’olimpiade stessa ne risentirà della sua bellezza e integrazione con altri sport e paesi. 

Spero comunque di potermela godere e in futuro affrontarne un’altra per provare cosa sia veramente un’olimpiade senza troppe restrizioni. 

Con lo spostamento di un anno delle Olimpiadi, come è cambiato il programma di allenamento? Se fossero state un anno fa avresti avuto lo stesso risultato?

Questo è molto difficile da dire perché lo scorso anno non abbiamo avuto la possibilità di allenarci in strutture adeguate per un certo periodo di tempo e anche gareggiare meno durante l’anno ha influito sulla nostra preparazione. Ogni anno è diverso, l’infortunio e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Dobbiamo sperare sempre di rimanere sani e concentrati. 

Raggiungi le Olimpiadi solo nella 4×100 e non a livello individuale, questa cosa ti ha delusa o pensi solamente a fare del tuo meglio per raggiungere la finale?

La situazione è stata più complicata del previsto per me per accedere alla gara individuale. Dovevo rientrare in un Ranking mondiale attraverso delle gare con punteggio (almeno 5). Sfortunatamente le gare del 2020 non valevano. Mentre nel 2019 mi sono infortunata saltando gran parte della stagione. Detto questo mi sono presentata nel 2021 senza grandissimi risultati a livello cronometrico e questo mi ha fatto scivolare molto indietro nel ranking. Avrei dovuto correre il minimo Olimpico per essere nella gara individuale. Sicuramente sono molto delusa da me stessa per non esserci riuscita, ma spero in futuro già dal prossimo anno di rifarmi. Metterò comunque il mio 100% nella staffetta e assolutamente puntiamo a correre più forte possibile per raggiungere la finale!

Detto ciò devo ringraziare chi mi ha sostenuto e aiutato in questo percorso ormai di vita, la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, la mia allenatrice e il mio Gruppo Sportivo Olimpico dell’Esercito di cui faccio orgogliosamente parte.

Credi che la delusione ricevuta per la mancata qualificazione a Rio sia stata la vera molla per dare quel qualcosa in più che vi ha spinte a raggiungere le Olimpiadi di Tokyo?

Sicuramente la mancata qualificazione a Rio ci ha buttato giù moralmente. Siamo tornate in pista l’anno successivo, volendo spaccare il mondo e dimostrare  che noi ci meritavamo l’olimpiade. Nell’arco degli ultimi quattro anni la 4×100 femminile è riuscita ad affermarsi migliorando il record italiano e conquistando due finali di alto livello (mondiali di Doha e World relays a Silesia). Sappiamo che non sarà per niente facile conquistarci una finale Olimpica ma noi arriveremo lì agguerrite pronti a dare il nostro massimo. 

Quanto è importante l’unione tra atlete, come quella nella tua squadra di staffettiste, e come gestirete la tensione prima di scendere in pista?

Siamo un gruppo che lavora insieme ormai da parecchi anni. Con la maggior parte delle ragazze che saranno alle Olimpiadi ho fatto il record italiano Juniores, il record italiano promesse e poi in record italiano assoluto. 

Con gli anni abbiamo imparato a conoscerci e a capirci. Sicuramente l’unione fa la forza e spero che anche le nuove leve entrate da poco in squadra riescano ad apprezzare il lavoro fatto fino adesso a tirar fuori il bello dal gruppo. 

A Tokyo non ci sarà il pubblico, secondo te questa cosa influirà sulle tue prestazioni e sulle prestazioni generali degli atleti? Ti toglie qualcosa a livello di motivazioni non poter concorrere alla tua prima Olimpiade senza persone a supportarti? 

Era già abbastanza triste non avere familiari o amici a fare il tifo, anche solo il pubblico giapponese avrebbe dato una carica in più. Adesso che non è ammesso pubblico di alcun tipo sarà molto difficile per gli atleti esaltarsi e trovare sostegno. Ci sono atleti di vario tipo ma anche se sei concentrato solo su te stesso sentire gli applausi o soltanto un incitamento ti da quell’1% in più che molte volte fa la differenza. 

Pensi che dall’atletica italiana a Tokyo possano arrivare delle belle soddisfazioni?

Assolutamente e spero vivamente di sì, gli atleti sono cresciuti in questo ultimo quadriennio e ho visto un bellissimo gruppo. Auguro a tutti i miei compagni di squadra di fare del loro meglio e di conquistarsi il posto che meritano medaglia o non medaglia. L’importante è uscire dal campo sapendo di aver dato il nostro 100%.

L’Italia si è laureata campione d’Europa, un traguardo così alto spinge gli atleti (compresa te) a fare meglio secondo la tua opinione?

Personalmente non seguo molto il mondo del calcio, faccio sempre il tifo per tutte le nostre nazionali ed è entusiasmante vincere ad un livello così alto ma non credo che sia il calcio a spingere ad essere migliori. L’atletica è uno sport individuale e l’individuo stesso si spinge a migliorarsi ogni giorno.

Quali raccomandazioni seguirete per rispettare tutti i protocolli anti-Covid? Hai già avuto notizie di come scorre la vita all’interno del villaggio olimpico?

Non so ancora molto della vita dentro il villaggio, la maggior parte della squadra di atletica è ancora a casa. So solo che sarà un’olimpiade super controllata. Verremo testati per il covid-19 tutti i giorni e rispetteremo il distanziamento imposto dal Cio. 

Poco tempo fa Berrettini ha dichiarato che da più piccolo pensava di non essere così forte e poteva smettere. C’è mai stato un momento del genere per te?

Ho iniziato l’atletica leggera, soprattutto perché mi divertivo e vincevo le gare scolastiche. Nel corso della mia carriera sportiva ho avuto momenti difficili, in particolar modo dopo due stagioni che non erano andate come mi aspettavo (2013 e 2016). Nonostante le varie delusioni sono riuscita a riprendermi e a tornare in pista più motivata di prima. 

Quali sono le rinunce che si fanno per concorrere a così alti livelli?

Se lo fai con piacere non sono assolutamente delle rinunce. Sicuramente ci sono cose che ho tralasciato, come uscire una volta in più con gli amici o andare a ballare in discoteca. In fin dei conti non sono state delle vere rinunce perché mi piaceva la vita che stavo facendo e volevo provare ad eccellere in qualche ambito. 

Hai studiato all’Università di Siena per molti anni: come riuscivi a conciliare gli impegni dello sport con lo studio?

Ho sempre amato studiare, soprattutto le lingue straniere. Per questo motivo ho scelto l’Università per stranieri di Siena dove ho portato avanti la laurea triennale e la laurea magistrale per poi spostarmi a Firenze per un master. Mi prendono tutti in giro perché pensano che non smetterò mai di studiare. Per me non è mai stato un problema conciliare studio e  allenamento. Il vero problema era non esserci fisicamente per le date degli esami, ma in qualche modo ho sempre  recuperato tanto che sono riuscita a laurearmi senza ritardi tutti entrambe le volte. 

Credi che Tokyo come città possa lasciarti qualcosa a livello personale?

Se avessimo la possibilità di vedere qualcosa sicuramente si. Ma non ci sarà questa possibilità quindi mi auguro in futuro di poterci tornare per conoscerla meglio.

Quale consiglio ti senti di dare ai più piccoli per cominciare a fare il tuo sport? 

Si può iniziare atletica a tutte le età ed è la base di molti sport. In questo sport non togli il posto a nessuno e non devi confrontarti con nessuno se non con te stesso. La pista è grande e ci stiamo tutti! 

 

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