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Le pagelle di Italia-Spagna: Donnarumma alza la saracinesca, ottimi Chiesa e Jorginho

L'Italia supera la Spagna ai rigori 4-2 dopo 120 minuti di sofferenza: a tenere a galla gli Azzurri ci ha pensato il portiere classe '99 e una difesa esperta che ha saputo resistere alla fantasia degli avversari

Le pagelle di Italia-Spagna: Donnarumma alza la saracinesca, ottimi Chiesa e Jorginho
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7 Luglio 2021 - 00.32


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di Marco Bertolini


Gianluigi Donnarumma 8:
nonostante qualche sbavatura in fase d’impostazione coi piedi, è decisivo su Dani Olmo nei tempi regolamentari e nei supplementari, dando fiducia alla squadra, riconfermandosi ai rigori neutralizzando quello di Morata.

Emerson Palmieri 6: non era facile sostituire lo sfortunato Spinazzola, Mvp per due volte in 4 partite giocate, e si nota la differenza tra i due: manca la velocità del romanista e la capacità offensiva, l’italo-brasiliano si limita a difendere e ad accompagnare le azioni offensive quando e come può.
(dal 74′ Rafael Toloi 5.5: come nelle gare precedenti quando è entrato, va in difficoltà quando viene puntato soffrendo un ruolo, quello di terzino destro, a cui non è abituato facendo il centrale di destra a 3 all’Atalanta.)

Giorgio Chiellini 6: partita più difficile per lui di quanto pensasse dato che manca un attaccante con cui duellare quindi soffre i movimenti con e senza palla di Dani Olmo e Oyarzabal mentre quando entra Morata dovrebbe essere il momento di salire in cattedra ma viene imbucato da Olmo in occasione del goal: meno perfetto rispetto alla sfida contro il Belgio ma alla fine è anche grazie alla sua esperienza se il pareggio resiste fino al 120°.

Leonardo Bonucci 6: come per il compagno di mille avventure soffre la mobilità e velocità degli attaccanti spagnoli ma anche lui, nonostante una distorsione al ginocchio che si porta dietro dall’amichevole di Bologna contro la Repubblica Ceca, co-guida la retroguardia con esperienza e carattere; sbaglia l’uscita nel goal subìto ma si rifa con un grande rigore pregno di carattere e sfrontatezza.

Giovanni Di Lorenzo 6.5: che giochi a destra o a sinistra poco importa, il terzino del Napoli è sempre attento e non si fa mai sorprendere, limitando Ferran Torres nei tempi regolamentari e rendendo il mancino pericoloso di Gerard Moreno innocuo con una grande marcatura; soffre l’ingresso di Marcos Llorente dovendo occuparsi anche di lui con Chiesa arrivato stanchissimo ai supplementari, riesce a resistere e ce la mette tutta per rendere la vita difficile ai crossatori presenti nella sua zona di competenza.

Marco Verratti 5.5: non una partita appariscente per il pescarese che mette a servizio della squadra la propria esperienza a certi livelli facendo tanto lavoro sporco, rendendo nullo l’apporto offensivo di Koke che gravita nella sua zona e battagliando con Busquets: alla lunga vince lo spagnolo ma il centrocampista del Psg si fa valere con numerosi contrasti, nonostante qualche errore di troppo in disimpegno.
(dal 74′ Matteo Pessina 5.5: la carta a sorpresa di Mancini che oramai non stupisce più si fa vedere poco e nonostante quasi un tempo di gioco giocato non riesce a mettersi in luce.)

Jorginho 5.5: su di lui ringhiano Koke e Busquets con il colchonero che non lo molla mai e il catalano che è sempre attento a capire le mosse del regista azzurro: il centrocampista del Chelsea è in difficoltà per la gabbia ad hoc pensata da Luis Enrique ma è il suo il rigore decisivo, degno di nota perché avere così tanta freddezza e calma, dopo 120 minuti di sofferenza e stanchezza, significa essere arrivati ormai ad un livello assoluto.

Nicolò Barella 6.5: non è limitato dagli spagnoli come Jorginho ed è in ottima forma a differenza del connazionale del Psg: il centrocampista scudettato mette quantità e qualità a servizio dei propri compagni pressando i portatori di palla avversari riuscendo comunque a farsi vedere in proiezione offensiva, prezioso.
(dall’86’ Manuel Locatelli 5.5: come per Pessina, ha difficoltà ad emergere perché gli ultimi minuti della partita sono un monologo spagnolo; l’ex Primavera Milan cerca comunque di dare una mano con il solito dinamismo cercando di limitare gli avversari che gli passano davanti, il tiro dagli 11 metri non è dei migliori ma ci vuole coraggio a tirare il primo rigore in una semifinale Europea contro la Spagna.)

Lorenzo Insigne 6: non è una serata facile per il reparto avanzato italiano dato che la palla è principalmente di proprietà delle Furie Rosse e in difesa coprono bene, ma il numero 10 riesce comunque a mettere lo zampino in numerose delle occasioni più pericolose italiane.
(dall’86’ Andrea Belotti 5.5: entra e non riesce ad essere il numero 9 di cui Mancini e l’Italia necessitavano dato il momento di apprensione, non sfruttando il fisico di cui dispone a differenza di Immobile, però non sbaglia il proprio rigore e tanto basta per far contenti tifosi e non.)

Ciro Immobile 5.5: l’attaccante della Lazio è abituato a essere lanciato a campo aperto essendo abile a muoversi negli spazi: lo stile della Nazionale di Mancini non sembra sposarsi bene con le sue qualità prediligendo un attaccante capace di tenere palla ma nell’unica occasione in cui ha avuto spazio fa male alla Spagna con il pallone che dopo un contrasto avvenuto per fermarlo, carambola sui piedi di Chiesa che segna il goal del vantaggio.
(dal 62′ Domenico Berardi 5.5: entra dopo il goal del vantaggio per cercare di dare velocità e tenere palla, non eccelle in entrambe le cose non riuscendo a colpire la Spagna, andando comunque a concludere per due volte in cui forse, sopratutto con il suo mancino al limite dell’area, poteva fare di più.)

Federico Chiesa 7.5: l’Italia forse non ha campioni come il Belgio ha Lukaku e De Bruyne e il Portogallo Ronaldo ma oltre a Donnarumma c’è un altro giocatore che si sta confermando ad altissimi livelli aiutando gli Azzurri a superare indenni partite difficili ed è il figlio di Enrico Chiesa: l’ex Fiorentina quando si accende fa accendere anche la propria squadra e questa è una qualità da fuoriclasse.
(dal 108′ Federico Bernardeschi 6: sarebbe una prestazione da “s.v.” la sua, entrato solamente perché Chiesa era in riserva di energie, non avendo il tempo di incidere, ma il giocatore juventino, al centro di numerose critiche nell’ultima stagione, si presenta comunque dal dischetto e realizza un grande rigore: nonostante Unai Simon avesse intuito, il pallone è imprendibile con l’ex Viola che lo spedisce nel sette risultando comunque decisivo con una battuta degna di nota.)

All.Mancini 6: non tutte le scelte convincono, come il cambio forse prematuro di Immobile appena dopo il goal segnato portando la propria squadra a giocare senza un centravanti vero dopo una partita, fino a quel punto, segnata da una difesa arcigna agli attacchi spagnoli, ma la fortuna aiuta gli audaci e all’esordio in una competizione ufficiale e il record di vittorie consecutive e risultati utili, arriva la finale: difficile chiedere di più ad un allenatore che ha preso in mano questa squadra quando era stata eliminata dalla Svezia per qualificarsi ai Mondiali facendo tornare l’entusiasmo ai tifosi convincendo anche gli addetti ai lavori, che considerano la sua squadra non più come un’outsider.

 

Spagna

Unai Simon 6; Azpilicueta 5.5 (dall’86’ Llorente 6), Eric Garcia 6 (dal 110′ Pau Torres s.v.), Laporte 6.5, Jordi Alba 6; Koke 6 (dal 69′ Rodri 6), Busquets 7.5 (dal 105′ Thiago), Pedri 7; Ferran Torres 5.5 (dal 63′ Morata 6.5), Oyarzabal 6, Olmo 7. All.Luis Enrique 6.5

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