di Marco Bertolini
Gianluigi Donnarumma 7: a differenza delle partite precedenti in cui la sua bravura era data dall’attenzione che aveva nei pochi interventi da fare, questa sera fa vedere sprazzi del suo talento nelle parate che danno sicurezza ad un reparto apparso in difficoltà dopo il goal annullato ad Arnautovic.
Giovanni Di Lorenzo 5.5: l’Austria attacca dalla sua parte e lui si difende come può ma è in fase offensiva che manca il suo apporto nei tempi regolamentari, nei 30 minuti addizionali cresce lui come tutta la squadra e l’occasione che si è creato da solo a pochi minuti dal termine dimostra che di benzina ne aveva ancora proprio per le mancate proiezioni offensive durante il resto della partita.
Leonardo Bonucci 6.5: capitano della squadra in assenza di Chiellini, lo sostituisce nei modi dando sicurezza al reparto e supportando i compagni, battagliando con Arnautovic e vincendo la sfida con l’austriaco con l’esperienza, fondamentale per guidare un reparto non abituato a giocare a questi livelli.
Francesco Acerbi 7: “Ace” è un muro in difesa ma paradossalmente è in attacco dove risulta decisivo, dato che Arnautovic è ben arginato dal compagno di reparto: il goal di Pessina è molto merito suo e del suo lavoro da improvvisato centravanti boa.
Leonardo Spinazzola 8: nel primo tempo in cui gli Azzurri sono pericolosi lui è il più pericoloso, nel secondo tempo fatto di apprensioni è l’unico che prova a cambiare le sorti; nel primo tempo supplementare, dopo una partita di corsa e dribbling, dà sfoggio delle sue abilità balistiche e serve un cioccolatino a Chiesa, il quale deve solo scartarlo e segnare.
Nicolò Barella 5.5: piccolo passo indietro per il tuttocampista dell’Inter che forse va in debito di ossigeno e non sembra in grado di ricoprire egregiamente entrambe le fasi: nel primo tempo è protagonista di una grande occasione sulla quale Bachmann si supera, nel secondo tempo cade nell’anonimato faticando a tornare protagonista.
(dal 67′ Matteo Pessina 7: entra e rischia di causare un calcio di rigore se non fosse stato per la posizione irregolare dell’avversario, poi è vittima di un secondo tempo difficile in cui non riesce ad emergere ma nel primo tempo supplementare sale in cattedra insieme a Chiesa e segna il goal del raddoppio che si rivela fondamentale, come lui, ai fini del passaggio del turno.)
Jorginho 6.5: la partita è difficile anche per lui perché spesso subisce il raddoppio di marcatura ma è bravo a trovare comunque il modo di ricevere il pallone per smistarlo ai compagni, impreziosendo la solita partita da regista con un egregio lavoro di marcatura sul regista offensivo Sabitzer, spesso avulso dalle azioni dei compagni per la marcatura dell’ex Napoli.
Marco Verratti 6.5: partita in cui mette in mostra le qualità che hanno fatto innamorare di lui più i tifosi parigini che gli stessi italiani: tecnica e visione di gioco ma anche tanta grinta e quantità che gli permettono di capire anticipatamente le trame di gioco austriache e far ripartire in velocità i propri compagni, sopratutto nel primo tempo.
(dal 67′ Manuel Locatelli 6: più concentrato a difendere dopo che l’Austria nel secondo tempo si rende molto pericolosa, tenta anche il tiro in un paio di occasioni: non è stato protagonista come contro la Turchia ma è stato bravo nel non sbagliare nulla e nel farsi trovare pronto in una partita da dentro o fuori con la Nazionale, non scontato)
Domenico Berardi 5.5: soffre probabilmente il livello superiore rispetto alle sfide dei gironi di questa partita, un ottavo di finale dell’Europeo: non è quasi mai pericoloso nonostante nel primo tempo sia stato pronto al tiro per due volte, prima dell’uscita dal campo ci prova con una rovesciata che avrebbe meritato maggior fortuna per l’audacia del gesto acrobatico.
(dall’81’ Federico Chiesa 7.5: entra e non segna, perché il secondo tempo si conclude come era iniziato ovvero con l’Italia in sofferenza, però nel primo tempo addizionale è lui a suonare la carica prima provandoci con il destro riscaldando i guantoni del portiere austriaco, poi trafiggendolo con un mancino di potenza che gli permette finalmente di esultare in questo Europeo dopo aver flirtato con il goal nelle partite del girone)
Ciro Immobile 5.5: partita in chiaroscuro per l’attaccante campano che nel primo tempo è pericoloso in più occasioni con il legno che ancora trema, nel secondo tempo sparisce come i compagni di reparto senza riuscire ad incidere.
(dall’81’ Andrea Belotti 6: tra lui e l’ex compagno al Toro non c’è molta differenza in termini di grinta e sacrificio, ma c’è per quanto riguarda la fisicità: il Gallo mette i muscoli e, forse anche per una condizione fisica migliore, fa ammattire i due colossi austriaci Dragovic e Hinterregger come l’amico della Lazio non aveva mai dato l’impressione di saper fare).
Lorenzo Insigne 6: prestazione simile a quella di Berardi ma la differenza è che gioca fino al secondo tempo supplementare dando quasi sempre la sensazione di poter saltare l’uomo una volta ricevuta palla al piede: si accende nei momenti topici e non è casuale che dalla sua punizione deviata in corner sia poi nato il secondo goal di Pessina.
(dal 108′ Bryan Cristante s.v.)
All.Roberto Mancini 7.5: quando un allenatore vince una partita grazie ai cambi che chiama merita i complimenti e l’allenatore di Jesi dimostra la propria bravura e l’esperienza a livello internazionale più stasera, in una partita difficile sia per l’avversario tosto a livello fisico e mai domo sia per l’importanza, che nelle precedenti partite perché è riuscito a plasmare una squadra che non solo comanda quando deve farlo ma sa soffrire, ma ancor più importante, sa punire e vincere partite tirate come quella di oggi a Wembley.
Austria: Bachmann 7; Lainer 6 (dal 114′ Trimmel s.v.), Dragovic 6.5, Hinterregger 7, Alaba 6.5; Grillitsch 6 (dal 107′ Schaud), Schlager 6.5 (dal 106′ Gregortisch s.v.); Laimer 5.5 (dal 114′ Ilsanker s.v.), Sabitzer 5.5, Baumgartner 5.5 (dal 90′ Schopf 6), Arnautovic 7 (dal 97′ Kalajdzic 6.5). All.Foda 6