di Maria Sara Pagano
Il Napoli può fare un sorriso: tutti i giocatori sono risultati negativi al tampone per il coronavirus e domani potranno riprendere gli allenamenti.
La squadra si troverà a Castel Volturno per cominciare gli allenamenti singoli distribuiti su due sessioni e su tutti e tre i campi di allenamento disponibili.
Gli azzurri verranno divisi in due gruppi con due turni di training: il primo alle 11 di mattina e il secondo alle 14.
I calciatori dovranno arrivare in tuta e troveranno Gattuso e il suo staff per le spiegazioni di come lavorare durante la prima ora per la sessione aerobica. Poi ogni giocatore occuperà uno dei tre campi disponibili per completare l’allenamento.
A bordo campo ci saranno le bottiglie d’acqua personalizzate e il medico sociale Canonico.
Gli uffici rimarranno chiusi, come gli spogliatoi, e la doccia ognuno la farà a casa.
Amin Younes ha rilasciato un’intervista per “T-online” dove ha raccontato la sua visione ideale di cosa insegnare realmente ad un giocatore: “Invece di aiutare a lavarsi la maglia, cosa che sanno fare tutti, sarebbe utile aiutarli sulle cose più importanti come la gestione dei soldi. Altrimenti si aiutano i giocatori a restare stupidi”.
Secondo l’attaccante del Napoli, fino a una certa età, si potrebbe dare parte dell’ingaggio direttamente al calciatore e l’altra parte versarla in un conto apposito al quale uno può accedere solo a fine carriera.
“Ci sono i giocatori che guadagnano bene per un paio d’anni, poi non gli riesce il salto di qualità e sperperano tutto. Se io non ho sbagliato è stato grazie a mio papà”.
Per Younes il problema è che oggi il mondo del calcio rende subito gli atleti delle star e spesso ciò porta, soprattutto i più giovani, ad andare fuori strada.
“La parte più bella della mia carriera sono stati gli anni giovanili in cui mi insegnavano i valori. Mi pulivo la maglia e gli scarpini da solo. I professionisti vengono imboccati su tutto. Non bisognerebbe spremere i giovani come limoni”. Ha concluso il numero 34 del Napoli.