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Un Sinner immenso battuto da Medvedev alle Finals: ma per lui il futuro è sempre più luminoso

Il 20enne cede al tie break dopo un primo set da incubo e un secondo da campione. Ora testa alla Coppa Davis con una Top ten ancora più solida

Un Sinner immenso battuto da Medvedev alle Finals: ma per lui il futuro è sempre più luminoso
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19 Novembre 2021 - 10.56


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Una crescita che fa sperare in grande.
L’uomo di gomma, come l’aveva soprannominato Matteo Berrettini alla vigilia delle Nitto Atp Finals, ha provato a cancellare Jannik Sinner ma l’uomo di ghiaccio ha congelato le sue velleità. C’è mancato poco per il miracolo, Sinner ha ceduto 2-1 ma che spettacolo con Medvedev.

Nell’ultima uscita sul palcoscenico del Pala Alpitour che lo aveva visto trionfare martedì contro Hubert Hurkacz, Jannik è partito bloccato. O meglio, non è proprio partito, ha preso un 6-0 poi ha trovato coraggio e profondità, spavalderia e servizio per pareggiare al tie break il 2° set e dare tutto nel terzo. Ancora un tie break. Ma niente lieto fine, nonostante due match point per l’italiano

Tra pugnetti, esultanze, “Vamos” è riuscito a tirarsi fuori da una situazione che sembrava senza uscita. Era questa la sede giusta, le Finals, davanti al pubblico che appena poche sere prima lo aveva abbracciato, innalzato, osannato per aver sostituito in maniera più che degna il povero Berretto fermato dalla sfortuna e dalla sua fisicità fragile.

Era una partita che non sarebbe servita ai fini della qualificazione, quella era già sfumata con la vittoria di Zverev nel primo pomeriggio con Hurkacz, ma era comunque un piatto ricco.

A parte i 149.000 euro della vittoria, c’erano in ballo 200 punti che avrebbero arricchito il bottino di Jannik, già sicuro della top 10 di fine stagione. Non sono arrivati e Daniil chiude imbattuto nel girone, che significa 1500 punti se dovesse vincere il torneo.

È stato un primo set allucinante, una specie di lampo, una centrifuga da cui Sinner è uscito infeltrito, stropicciato. Soprattutto nell’orgoglio. Lui, il talento 20enne già capace di entrare tra i primi 10 del mondo, non è stato capace di entrare in partita. Break in apertura, e subito sotto 2-0, Jannik non ha trovato la chiave per uscire dalla cassaforte in cui lo aveva messo Medvedev. Un break dopo l’altro, è arrivato il temutissimo “bagel” il 6-0 che nessun giocatore vorrebbe vedere sul tabellone.

Nel primo parziale Sinner ha messo in campo il 73% di prime, con cui ha realizzato appena il 43% di punti in uno stadio sempre più silenzioso, annichilito come lui. Il ragazzo delle montagne si è preso una piccola pausa nello spogliatoio, per riordinare le idee, magari asciugarsi due comprensibili lacrime.

Al ritorno la situazione non è cambiata: palla break in apertura per il russo. Riesce ad annullarla e chiama il pubblico, la sua arma, lo aveva definito, conquista il vantaggio ed esulta come se avesse centrato la finale. Per scuotersi, e funziona. Perché dopo 33 minuti di gioco riesce a conquistare il primo game.

Una conquista che lo rianima, che risveglia il pubblico, si balla sulle tribune del Pala Alpitour, e Sinner comincia finalmente a divertirsi. A godersi la partita a tal punto da trovarsi avanti 2-1 15-40, due palle break con applauso del rivale al pubblico che esulta per un suo doppio fallo. Si va ai vantaggi e Jannik ha ancora una palla break. Mette finalmente la testa avanti, per la prima volta. Un doppio nastro sul 3-1 rilancia Medvedev che ha due palle per rientrare. Un altro net e tutto torna in pari. Tiene duro l’altoatesino, si guadagna l’occasione del tie break.

Sul 6-5 un minibreak gigante lo manda a set point e stavolta Jannik si aggrappa al ghiaccio della Val Fiscalina che gli scorre nelle vene. Dopo gli schiaffoni, la rinascita. Si va al terzo.

Jannik schiaccia il pedale dell’acceleratore, va a manetta, come quando guida le Formula 1 sulla Play. Sfrutta il pubblico e non si lascia innervosire dagli sbadigli di Medvedev al cambio campo. La lezione di Vienna gli è servita, arriva un break, 3-2 con doppio fallo di Medvedev e Sinner conferma il vantaggio: 4-2. Ma non è mai finita. Mai. Perché nell’ottavo game Medvedev si riprende il servizio perduto e va 4-4.

Daniil ricambia l’applauso del pubblico quando vengono applauditi i suoi errori, poi, sul 5-4 40- per Jannik corregge una chiamata dell’arbitro e concede il game a Sinner. Riconciliazione e tie break. Col russo che sale 2-0, poi 3-1 dopo uno scambio estenuante, in cui ha dovuto dare tutto per avere la meglio su Jannik. È finita? No. Sinner recupera, va 5-5, ha un match point sul 6-5. Medvedev lo annulla con una seconda a 200 orari. Match point Medvedev su servizio nostro. È finita? No. Altro match point, ma stavolta per Jannik. Serve un cardiotonico. Match point Medvedev e stavolta è finita davvero: 10-8.

Le parole dell’italiano – “Non è stato facile. Nel primo set cercavo di trovare una soluzione, di capire come giocare contro Medvedev. Ho avuto anche un po’ di sfortuna, ma lui è numero 2 al mondo e ha giocato una partita incredibile. È stato comunque un match bellissimo, e sono contento di aver tirato su la partita dopo quella batosta del primo set”. La prima volta alle Nitto Atp Finals non si scorda mai: “E’ stato bellissimo giocare qui, ovvio che non avrei voluto entrare in questo modo con Matteo che si è ritirato. L’esperienza è positiva, ora vedrò come migliorare, utilizzando l’esperienza fatta qui. Sono molto curioso di vedere cosa mi aspetta in futuro”.

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