Finisce l’avventura azzurra agli Australian Opencon la sconfitta di Fabio Fognini contro Rafael Nadal e il ritiro di Matteo Berrettini.
Fognini, n.17 del ranking, ha ceduto 6-3, 6-4, 6-2 in poco più di due ore e un quarto di gioco allo spagnolo numero 2 del mondo.
Berrettini non è nemmeno potuto scendere in campo contro il greco n.6 Atp Stefanos Tsitsipas: il tennista romano è stato infatti costretto al forfait a causa dell’infortunio rimediato agli addominali nel match precedente contro il russo Kharen Khachanov.
Le parole di Fognini – “Il rammarico per quel secondo set c’è. Magari non avrei vinto, perché non mi sentivo fresco come negli altri giorni, sia sotto il profilo tennistico che atletico. Ma il Fognini degli altri giorni avrebbe probabilmente sfruttato quelle chance. Il bilancio è molto, molto positivo. Con il mio team ci siamo già confrontati sulla partita e su tutta la trasferta. Quando mi hanno chiesto se alla vigilia di questo mese avrei firmato per dei risultati del genere, ho detto di sì”, ha detto Fognini, che nel secondo parziale è stato avanti 4-2 e poi non ha sfruttato tre opportunità per andare a servire per il set.
“Sono arrivato senza grandi aspettative e ho iniziato molto male l’Atp Cup, ma ho vinto alcune belle partite, il dolore alle caviglie è praticamente scomparso e sono arrivato di nuovo alla seconda settimana di uno Slam. Per cui c’è ancora da lavorare, ma sono molto felice per essere tornato ad un ottimo livello”, ha aggiunto il tennista genovese.
Le reazioni di Berrettini – “Mi fa male anche quando tossisco”, ha detto Berrettini spiegando il suo stato fisico e soprattutto quello emotivo. “È stata una botta tosta, soprattutto moralmente, perché dopo tanto tempo, dopo un 2020 difficile, mi sentivo bene in campo e avevo trovato spirito e ritmo giusto. Dispiace, perché devo rinunciare ad un quarto turno Slam quando stavo giocando bene. Però c’è tanto di positivo da ricavare da questo mese australiano, con la finale di Atp Cup e gli ottavi di finale degli Australian Open, tante vittorie contro gente forte. Adesso mi dovrò fermare obbligatoriamente per un po’, ma da Melbourne riparto con il pieno di fiducia”.
L’allenamento di domenica era previsto alle 15 sul campo 21. La rifinitura di lunedì alle 17.30 sul 14. Ma Berrettini ha saltato il primo e cancellato la seconda.
Nel primo caso ha preferito non forzare, sperando che un giorno di riposo contribuisse a far rientrare il dolore al muscolo obliquo esterno dell’addome, infortunatosi nel match con Khachanov. Nel secondo caso, invece, il 24enne romano ha capito che c’era poco da fare, che il suo Australian Open era finito. Ora il dubbio riguarda la durata dello stop forzato. “Spero il meno possibile -si è limitato a dire Berrettini-. Una delle motivazioni per cui abbiamo deciso di non giocare oggi è proprio per evitare che i tempi di recupero si allunghino. I medici mi hanno detto chiaramente che se fossi sceso in campo il problema si sarebbe potuto aggravare. Spero di rientrare il prima possibile, ma è ovvio che non dovrò mettermi fretta. In questi due giorni abbiamo lavorato per far sì che oggi potessi scendere in campo. Purtroppo non ci siamo riusciti, per cui non ci resta che lavorare per consentirmi di disputare i prossimi tornei”.