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Finale Nba: prestazione storica di Butler, gli Heat vincono gara 3

I Miami Heat, nonostante i pronostici a sfavore, riescono ad aggiudicarsi gara 3 delle finali Nba contro i Lakers. Prestazione storica di Butler che chiude con 40 punti, 11 rimbalzi e 13 assist

Finale Nba: prestazione storica di Butler, gli Heat vincono gara 3
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5 Ottobre 2020 - 19.10


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“Siamo un’ottima squadra. Non voglio dire che siamo meglio di nessuno ma allo stesso tempo non ci considero sfavoriti, quello no”.
Con queste parole Jimmy Butler, star dei Miami Heat, introduceva la finale Nba di quest’anno tra i suoi Heat e i Los Angels Lakers di Lebron James e Anthony Davis.
Al contrario di quanto proclamato da Butler, gli Heat sono di gran lunga gli sfavoriti, lo dicono chiaramente le quotazioni delle due squadre (vittoria del titolo dei Lakers quotata a 1.33) ed anche l’enorme differenza di quello che oltre oceano è definito ‘Star Power’, ovvero la quantità di superstar all’interno di una squadra.
I Lakers hanno a disposizione il miglior giocatore del pianeta, Lebron James, ed anche Anthony Davis, il miglior centro della Nba. Il cast di supporto è tutt’altro che scarso, con due ex star come Rondo e Howard assieme ad alcuni giocatori funzionali al gioco giallo-viola tipo Kuzma, Caruso e Morris.
La forbice tra le due squadre è stata ulteriormente ampliata in gara 1 di finale, con l’infortunio di Bam Adebayo e Goran Dragic, due giocatori di riferimento, nonchè titolari, dei Miami Heat.
Grazie a tutti i fattori sopracitati i Lakers hanno agilmente raggiunto il 2-0 nella serie, ma quello che è accaduto in gara 3, vinta dagli Heat 115 a 104, rimarrà scolpito nella storia delle finali Nba a prescindere da chi si aggiudicherà il Larry O’Brien Trophy. Saltano subito all’occhio i numeri di Jimmy Butler, rimasto ormai l’unico condottiero degli Heat, che in 44 minuti ha messo a segno 40 punti, 11 rimbalzi e 13 assist.
Di triple doppie in finale Nba se ne vedono poche, con il numero 40 alla voce “punti”, pochissime.
Per l’esattezza Butler è il terzo cestista di sempre a riuscirci, gli altri due sono stati Lebron James e Jerry West. Sottolineata la maestosa prova di Butler, il grande merito va alla difesa degli Heat, di conseguenza al coach Erik Spoelstra, per aver saputo limitare Anthony Davis (in gara 2 chiuse con 32 punti e 14 rimbalzi).
La scelta di coach Spoelstra è stata quella di riempire il più possibile l’area in modo mandare in confusione l’ex Pelicans, e nella metà campo offensiva attaccare sistematicamente il ferro per provare a riempire il tabellino di Davis di falli.
Complice anche la serata un po’ storta del lungo dei Lakers il piano partita è riuscito alla perfezione, questo ha permesso agli Heat di avere qualche chance di vincere la partita. Le due squadre sono arrivate punto a punto nei minuti finali, Butler ha punito James ogniqualvolta ne ha avuto l’occasione, e proprio nel momento decisivo il numero 23 giallo-viola ha sbagliato la gestione di diverse azioni (vera e propria rarità).
Nel ‘clutch time’ si è nuovamente messo in mostra anche Tyler Herro, rookie di Miami classe 2000, che alla sua prima esperienza nei playoff sta sorprendendo tutti per il talento, ma sopratutto per il coraggio e la faccia tosta che gli permettono di realizzare giocate decisive nel massimo palcoscenico cestistico al mondo.
Per merito della caparbietà degli Heat non vedremo uno ‘sweep’ (serie che terminano 4-0), i Lakers restano comunque i super favoriti alla vittoria finale, ma occhio a dare Miami per spacciata anche perchè Bam Adebayo potrebbe riuscire a giocare in gara 5 o addirittura in gara 4.

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