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Datome: "Il taglio degli stipendi per i giocatori è inevitabile"

Sul possibile ritorno in campo il capitano della nazionale non si sbilancia: "Penso che ci dovranno essere delle sicurezze per poter pensare solo alla pallacanestro"

Datome: "Il taglio degli stipendi per i giocatori è inevitabile"
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5 Aprile 2020 - 17.33


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La serie A di basket è stata, da alcune settimane, dichiarata nulla mentre nel resto di Europa i campionati sono sospesi dal 12 Marzo fino a data da destinarsi. Sull’eventuale ritorno in campo ci sono solo ipotesi e discussioni ma ancora nulla di certo, come ha spiegato recentemente il capitano della nazionale italiana Gigi Datome: “Io penso che ci dovranno essere delle sicurezze per poter pensare solo alla pallacanestro. Se (supponiamo a luglio) saremo nelle condizioni di poter giocare, di poterci allenare e di viaggiare, se le persone potranno venire a vederci nei palazzetti, allora potremmo riprendere a giocare, e lo vorremmo tutti. Se non ci saranno queste condizioni bisognerà pensare a come affrontare la prossima stagione, perché comunque la vita non sarà più la stessa e neppure lo sport”.

Il fuoriclasse sardo, inoltre, quasi due anni fa è stato eletto presidente dell’ELPA (EuroLeague Player Association), il sindacato dei giocatori della massima competizione continentale. Sulla questione stipendi si dice favorevole ad un taglio: “Noi non ci stiamo più allenando e non stiamo più giocando, mentre i club hanno perso le entrate dai botteghini e dai diritti tv. Basta aprire gli occhi e vedere che cosa sta succedendo nel mondo per rendersi conto che lo sport non è l’unico settore che sta subendo un danno economico, e quindi un taglio agli stipendi è inevitabile. In che termini ancora non so, perché prima bisognerà capire se c’è una possibilità di andare avanti e poi affrontare il discorso, come è normale che sia”.

Per quanto riguarda la sua vita al di fuori del campo da gioco, Datome è dal 2015 residente ad Istanbul per via del suo trasferimento al Fenerbahçe. Ai microfoni di Radio1 Rai ha raccontanto, dal suo punto di vista, le misure di sicurezza prese dalla Turchia contro il coronavirus: “Qui, come in altri paesi, siamo un po’ in ritardo, rispetto a quello che è successo in Italia…Sembra un film già visto: all’inizio quelli che giravano con la mascherina venivano quasi presi in giro, sembravano esagerati. Qui non ci sono ancora restrizioni, non c’è Lockdown, ma tante persone, vedendo quello che sta succedendo in tutto il mondo, hanno deciso di stare a casa, e chi può evita di andare a lavorare o lavora da casa. Personalmente la vivo stando in casa e cercando di rispettare le regole. Sono costantemente in contatto con quello che succede in Italia e spero che tutto questo finisca al più presto”.

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