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Tortu fa tremare il record di Mennea: secondo italiano più veloce di sempre

Il diciannovenne delle Fiamme Gialle percorre i 100 metri in 10''03 ed entra nella storia dell'atletica italiana. Alle sue spalle Marcell Jacobs chiude a 10''08

Tortu fa tremare il record di Mennea: secondo italiano più veloce di sempre
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23 Maggio 2018 - 22.50


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Filippo Tortu scrive una pagina importante della storia dell’atletica italiana: il diciannovenne brianzolo delle Fiamme Gialle ha corso i 100 metri in 10’’03. In questo modo è diventato il secondo italiano più veloce di sempre dopo Pietro Mennea quando nel 1979, a Città del Messico, raggiunse il traguardo in 10’’01. Nel meeting ligure, il giovane atleta ha preceduto l’altro sprinter emergente Marcell Jacobs che ha chiuso in 10’’08, quarto italiano di sempre.
In batteria Tortu aveva già strabiliato con il tempo eccezionale di 10”09, poi nella finalissima come detto, si è addirittura superato: il lombardo, orgoglioso delle origini sarde della sua famiglia, fa così tremare il 10’’01 che Mennea corse ai 2200 metri di altitudine di Città del Messico il 4 settembre del 1979. Quello di Tortu, invece, a livello statistico è il tempo più veloce di sempre di un italiano a livello del mare. L’azzurro manda in archivio anche il primato italiano under 23 fin qui detenuto da Carlo Boccarini con 10.08 nel 1998 a Rieti. Il futuro della velocità italiana torna così ad essere finalmente azzurro.
«È stata una gara eccezionale – le prime parole affannate di Tortu –. Il tempo mi ha nettamente sorpreso, specialmente in batteria. Poi lentamente ho preso coscienza dei miei mezzi e mi sono rilassato. L’obiettivo primario, non scordiamolo, sono gli Europei di agosto». Un duello, quello visto sulla pista di Savona che può essere considerato fra i più belli, se non il migliore in assoluto, fra quelli vissuti e combattuti fra atleti italiani. Più nervoso Jacobs naturalmente. Fa buon viso a tutti ma quando non si sente sotto la lente d’osservazione lo si vede sbuffare e piantare i pugni sul saccone del salto in alto. «Non mi piace perdere, anche se Filippo è andato fortissimo».

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