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L’Italia è campione d’Europa: i voti agli Azzurri

Un successo costruito da Mancini nelle idee e reso possibile grazie alla forza del gruppo. Donnarumma votato come miglior calciatore del torneo

L’Italia è campione d’Europa: i voti agli Azzurri
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12 Luglio 2021 - 15.31


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di Antonio Mazzolli
Partiamo da Mancini e dal suo staff: si meritano un 10, il voto più alto di tutti. Perché se c’è stata una sorgente dalla quale è nato tutto è stata la mente del ct, che ha saputo inculcare nei calciatori quella voglia di vincere e quel desiderio che sembrava irrealizzabile.

Ha scelto collaboratori fidati (Vialli e Lombardo su tutti) e ha scelto un gruppo che sapesse amalgamarsi al meglio, un mix di grandi giovani e più anziani, ma soprattutto uomini. Nessuno ci credeva e lui è stato il primo a farlo: e poi a mettere la ciliegina sulla torta la dedica a tutti gli italiani che hanno sofferto tanto in questi mesi.

Per motivi di spazio, non assegneremo un voto a tutti i calciatori, ma tutti a loro modo sono stati importanti, magari solo con una parola a sdrammatizzare o a divertire

Gianluigi Donnarumma voto 9: fin dalle prime partite del girone ha fatto sentire il suo peso specifico con interventi da numero 1. Poi quando è salita la posta in palio lui è salito in cattedra: col Belgio ci salva, nelle lotterie dei rigori tra Spagna e Inghilterra è decisivo. Non a caso premiato come miglior giocatore dell’Europeo. Supportato anche da Sirigu che ha saputo consigliarlo e caricarlo prima dei momenti decisivi: una grande squadra deve contare anche su uomini che sappiano dire le parole giuste al momento giusto.

Bonucci-Chiellini voto 9: vanno messi insieme, per forza. La loro spiritualità e il loro viaggiare assieme sono stati decisivi. Hanno affrontato giocatori molto più veloci, scattanti e reattivi, ma con la loro esperienza hanno saputo dominare mostri sacri come Lukaku o Kane, annullandoli o comunque limitandoli. Molto del successo dell’Italia passa da loro.

Di Lorenzo 8: un Europeo che doveva essere da riserva e invece il calciatore del Napoli è stata una piacevole sorpresa. Ha saputo reggere il confronto con i più grandi, merita rispetto per questo.

Spinazzola 9: senza infortunio nel momento decisivo, avrebbe probabilmente vinto lui il trofeo come calciatore migliore del torneo. E’ stato devastante su quella fascia e meriterebbe più fortuna: l’augurio è che possa tornare più forte di prima.

Emerson Palmieri 7,5: sostituire uno come Spinazzola non sarebbe stato semplice per nessuno, e invece lui si è caricato sulle spalle questa grossa responsabilità, giocando una grande semifinale e ancor di più una grandissima finale. E’ campione d’Europa a distanza di poche settimane della vittoria di Champions con il Chelsea.

Barella 7: il suo è stato forse l’Europeo più al di sotto delle sue possibilità, per quello che può dimostrare. La sua tenacia è imprescindibile, anche se è calato alla distanza, ma la sua fisicità è stata fondamentale per tenere botta nei momenti duri.

Verratti 8,5: rientrava da un infortunio e non era facile, ma poi si è preso per mano questa Nazionale giocando da grande campione qual è. Leader tecnico di questa squadra, merita il grande riconoscimento di questo Europeo vinto.

Jorginho 9: per quella che sta facendo meriterebbe il pallone d’Oro, è stato il metronomo e la guida di questa Nazionale. L’uomo a cui affidarsi quando andavamo in difficoltà e a cui dare la responsabilità di gestire il pallone quando ce n’era bisogno. Rigore decisivo in semifinale, rigore sbagliato in finale, ma non cambia di una virgola in giudizio su di lui.

Pessina 7,5: poteva essere lui l’uomo del destino azzurro, come Grosso nel 2006. Gioca e segna tra girone e ottavi: per lui un sogno, per noi motivo d’orgoglio perché i giovani italiani così dobbiamo soltanto goderceli.

Chiesa: 8,5: non partiva tra i titolari (inspiegabilmente), ma poi non se n’è più potuto fare a meno. Una forza della natura, un’ira di Dio che solo abbattuto si è fermato. L’unico che ieri ci ha provato quando non sembrava la nostra serata. Un giocatore sul quale l’Italia può fare affidamento per i prossimi dieci anni.

Berardi 7,5: l’uomo in più nei girono, poi fa il suo nella restante parte dell’europeo. Merita palcoscenici più alti, perché il rigore calciato ieri è da calciatore vero.

Insigne 8: Un faro per la Nazionale di Mancini, spesso criticato troppo severamente, anche se in alcuni casi sprisce dalle partite. Con il Belgio è stato decisivo, ha saputo mettere il suo zampino quando contava (contro il Belgio) ed è stato un uomo fondamentale per le risate che ha saputo provocare negli spogliatoi.

Immobile 6,5: il vero rimpianto di questo europeo è lui. Verissimo che la Nazionale gioca in un modo diverso rispetto alla sua Lazio, ma molte decisioni tecniche fatte da Ciro sembrano eseguite da un suo lontano parente. Il lavoro per la squadra è stato però encomiabile, ha saputo lottare per aprire varchi e merita un grande riconoscimento. Così come Belotti (7,5) che a parte tutti i fuorigioco in cui è stato pescato ha saputo prendere a sportellate tutto ciò che gli passava a fianco.

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