Italia-Repubblica Ceca 4-0, le pagelle: prestazione da "10" di Insigne, nessun'insufficienza per gli azzurri

Finisce 4-0 per l'Italia a Bologna contro la Nazionale ceca: prestazione che ispira fiducia in vista dell'Europeo, gara matura da parte di Insigne, bene il centrocampo azzurro e sicura la difesa.

Italia-Repubblica Ceca 4-0, le pagelle: prestazione da "10" di Insigne, nessun'insufficienza per gli azzurri
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4 Giugno 2021 - 23.59


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Di Marco Bertolini
Gianluigi Donnarumma 6.5:
non una serata difficile sul campo per l’estremo difensore azzurro con i cechi che non si sono mai resi davvero pericolosi ma è bravo ad essere sempre sul pezzo senza lasciarsi influenzare dalle questioni extra campo: comanda la difesa con autorevolezza e disinvoltura nonstante davanti abbia due signori da più di 200 presenze in totale in azzurro.
Alessandro Florenzi 6: il terzino destro soffre un po’ all’inizio quando gli avversari sembrano lasciar presagire una sfida combattuta, con il passare del tempo diminuisce la forza avversaria e aumenta la sua sicurezza: corre per tutta la fascia ed è bravo nei lanci a servire i compagni più lontani, attento in copertura.
(dall’86’ Rafael Toloi sv)
Leonardo Bonucci 6.5: prova sicura del centrale bianconero protagonista di un’annata non semplice con il proprio club, bravo a servire i compagni e attento nell’intercettare numerosi palloni pericolosi; all’inizio un brutto colpo rischia di toglierlo dal campo ma dopo un finire di primo tempo in difficoltà per il colpo al ginocchio, nel secondo corre e lancia come se nulla fosse. 
Giorgio Chiellini 7: alla soglia dei 37 anni il centrale mancino nonché capitano della Juventus e della Nazionale gioca da veterano: non sbaglia nulla, va vicino al goal con il piede preferito al volo sugli sviluppi di un corner e avanza palla al piede avviando spesso l’azione, si guadagna gli applausi quando esce dal campo a dimostrazione di una prova sontuosa.
(dal 64′ Francesco Acerbi 6: non è facile sostituire il capitano ma lo fa bene anche se nell’ultima mezz’ora i cechi avevano oramai tirato i remi in barca, bravo nelle chiusure annullando di fatto Schick, meno sicuro ad avanzare palla al piede come chi ha sostituito).
Leonardo Spinazzola 6.5: difende bene anche aiutato dall’esperto Chiellini, attacca ancora meglio: dal suo mancino nasce la prima occasione, è bravo nel fraseggiare con i compagni ma sopratutto con Insigne con cui dà vita ad una fascia mancina assai pericolosa.
(dal 64′ Emerson Palmieri 6: il giocatore del Chelsea ha un po’ di ruggine del motore dato il suo poco utilizzo a Londra ma nonostante l’euforia post Champions è già calato nella parte: molto attento a non lasciarsi sorprendere dalle incursioni del diretto avversario Coufal, è bravo coi piedi e si vede dato gli scambi ravvicinati con Locatelli e Insigne)
Nicolò Barella 7: il centrocampista titolare nella squadra campione d’Italia gioca una partita da veterano riuscendo a tenere il ritmo basso quando c’è da rallentare e aumentare i giri quando è necessario farlo: quantità e qualità per il sardo che oramai non è più una sorpresa e che sa segnare, anche grazie ad una deviazione decisiva, a dimostrazione della sempre più maturazione di un tuttocampista moderno.
Jorginho 6.5: ha ancora da smaltire le scorie di Champions, sia fisiche che mentali, ma è presente dettando il ritmo della squadra, gioca la palla a uno o due tocchi, raramente a tre: “giocare a calcio è semplice ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia” diceva Johan Cruijff, l’ex Verona e Napoli come tutti i grandi cervelli della metà campo non lo si nota tanto quando gioca ma è quando è assente che se ne capisce l’importanza.
(dal 64′ Bryan Cristante 6: abituato a giocare un po’ dappertutto nella Roma, anche come centrale nei 3 di difesa e salito alla ribalta come trequartista nell’Atalanta, l’italo-canadese entra con la testa giusta per dirigere il gioco, ordine e pulizia le parole d’ordine).
Manuel Locatelli 6.5: come il compagno di reparto Barella, ha il compito di aiutare in difesa e farsi vedere davanti: entrambi le fasi il centrocampista scuola Milan le fa con disinvoltura riuscendo spesso ad accompagnare le azioni sulla sua fascia mancina e dando la sensazione di sapere sempre cosa fare e come, in difesa invece si fa sentire essendo capace di andare a chiudere molte volte sul portatore di palla avversario; si fa perdonare un errore in dismpegno sul finale con un recupero difensivo che avrà certamente fatto piacere al commissario tecnico.
Domenico Berardi 7: per il capitano del Sassuolo fare buone prestazioni con la Nazionale non è più una casualità dato il 5° goal segnato nelle ultime 6 uscite azzurre: nel primo tempo svaria su tutto il fronte offensivo condannando Boril ad una partita difensiva, nel secondo tempo, complice la salita in cattedra di Insigne, tocca meno palloni ma è bravo nell’obbligare lo stesso terzino sinistro ceco a rimanere nella propria metà campo; il goal è il riassunto della sua prestazione: qualità, mancino educato, tempismo.
(dal 76′ Federico Chiesa sv)
Ciro Immobile 7.5: la Nazionale italiana dopo tanti anni di ricerca e dubbi ha finalmente trovato il suo bomber: il centravanti laziale si fa sempre vedere, che sia in profondità o per fare sponde, è come al solito generoso e dopo un periodo difficile in azzurro sugella la solita buona prestazione con un goal su azione che lascia ben sperare per il futuro.
(dal 76′ Giacomo Raspadori sv)
Lorenzo Insigne 8: prova da leader dentro e fuori dal campo per il numero 10 dell’Italia: dentro il rettangolo di gioco è bravo a farsi sempre trovare dai compagni, ancor più bravo a servirli (come nel caso del goal di Berardi) ed è sempre pronto a dare una mano in difesa; è sopratutto fuori dal campo che però “Lorenzo il Magnifico” si dimostra a trent’anni appena compiuti un giocatore maturo: incita tutti e dà il 5 ai compagni che escono dal campo e che entrano, segno di un gruppo che fa sì divertire ma che si diverte a stare insieme.
Roberto Mancini 7.5: 8 partite consecutive senza subire reti, 27 risultati utili consecutivi (il record azzurro è di 30 ad opera di Pozzo nel 1939) ed una squadra presa dalle macerie di un progetto tecnico fallimentare che ora è un insieme di giocatori che sanno cosa fare ma sopratutto lo fanno bene: vincere 4-0 contro una Nazionale che potrebbe essere sfidata nella kermesse europea è positivo, giocare bene senza soffrire dando la sensazione di poter fare sempre quello che si vuole, ancor di più.

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Repubblica Ceca: Pavlenka 5.5; Coufal 5, Brabec 5.5, Celutska 5 (dal 46′ Zima 5.5), Boril 5; Kral 5; Masopust 5.5 (dal 61′ Sevcik 6), Darida 6 (dall81′ Sadilek sv), Barak 5.5 (dal 46′ Soucek 6), Jankto 5 (dal 61′ Vydra 5); Krmencik 6 (dal 46′ Schick 5). All.Silhavy 5.

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