Forse possiamo dirlo ufficialmente: in quei giorni di novembre l’Italia ha sottovalutato la formazione della Svezia. Perché al netto delle dubbie qualità tecniche che presenta questa squadra, mutilata anche dell’unica stella che ha potuto vantare nell’ultimo decennio, Zlatan Ibrahimovic, è una nazionale che ha una precisa identità di gioco. Rocciosa e veloce, fortunata quanto basta, ogni pedina a comporre uno scacchiere tattico ben preciso. E il fatto che abbiano raggiunto i quarti di finale della massima competizione mondiale, non è affatto casuale.
Cantano e ballano i tifosi in maglia gialla: non sono numerosi quanto i brasiliani che avevano invaso San Pietroburgo qualche giorno fa, ma si fanno sentire e ne hanno tutte le ragioni: la Svezia continua la sua corsa, approda ai quarti del Mondiale dopo aver aperto una partita chiusa a chiave dall’inizio. E stavolta l’eroe è Forsberg, che ha portato in vantaggio gli scandinavi al 21′ del secondo tempo e ha avuto anche il merito di sigillare il risultato respingendo sulla linea un tiro deviato da Lustig. È uscito acciaccato dopo aver fatto tutto quello che poteva fare per trascinare i suoi dove nessuno avrebbe mai immaginato. Nessuno tranne il c.t. Andersson, che alla vigilia aveva detto “continuino pure a sottovalutarci se vogliono, noi abbiamo un piano preciso e lo seguiremo”.
La Svizzera ha tenuto palla, ha lavorato a centrocampo, ma ha concluso pochissimo. Gli errori tecnici, anche gravi, non sono mancati, e la Svezia ha avuto più spirito e più gambe: continuamente anticipati dagli svedesi, gli uomini di fantasia della Svizzera sono stati inefficaci. Solo Embolo nel finale ha portato un po’ di vivacità, mettendola sul fisico con i centraloni nordici. La squadra di Petkovic, schierata con un 4-2-3-1 dove un po’ a sorpresa il posto di centravanti è stato riservato a Drmic, con Seferovic a lungo in panchina, ha preso in mano quasi subito la gara, con percentuali di possesso palla altissime, ma senza creare nessuna vera occasione da gol. È lo svizzero Zuber il primo a tirare in porta dopo una decina di minuti, ma la vera chance capita al 29′ a Berg, che si inserisce bene fra i difensori svizzeri prima di sprecare malamente il cross perfetto di Claesson. La partita va avanti a ritmi bassi, la Svizzera pare aver paura, la Svezia aspetta.
Nel secondo tempo il copione non cambia, fino a quando Forsberg, con una bella combinazione con Toivonen, porta in vantaggio i suoi (con la decisiva deviazione di Akanji). È il 21′ del secondo tempo: Petkovic capisce che deve cambiare qualcosa, toglie due centrocampisti, Zuber e Dzemaili, e inserisce Seferovic e Embolo, che quando riesce a superare la cerniera centrale svedese trova persino Forsberg sulla sua strada. Nel recupero c’è tempo per un fallo di Lang su Olsson che correva ormai in campo aperto verso la porta di Sommer: Skomina assegna il rigore ed espelle lo svizzero. La Var però interviene e corregge l’arbitro slovacco, ok il rosso ma il fallo era arrivato fuori area. È punizione dal limite: Toivonen tira forte ma centrale e Sommer sventa il 2-0 che saprebbe di beffa, ma è una beffa anche così. Svizzeri a casa, Svezia ai quarti. Chi lo avrebbe mai detto, quella notte, a San Siro…
La solita Svezia: Forsberg regala i quarti di finale agli scandinavi
Svezia - Svizzera 1-0: basta il tiro deviato del numero 10 Forsberg a regalare la vittoria alla Svezia e eliminare la Svizzera
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3 Luglio 2018 - 19.55
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