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La Formula 1 si inginocchia contro il razzismo, Lecrerc e Verstappen restano in piedi

A capeggiare il movimento è stato il sei volte campione del mondo Lewis Hamilton. Il ferrarista Leclerc: "Non mi metterò in ginocchio, non significa che io sia razzista"

La Formula 1 si inginocchia contro il razzismo, Lecrerc e Verstappen restano in piedi
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5 Luglio 2020 - 16.15


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Mentre tutti i piloti del Circus, pronti a partire per il primo GP del 2020, hanno deciso di inginocchiarsi sulla griglia di partenza in segno di protesta contro il razzismo, Leclerc e Verstappen hanno deciso di non farlo, sebbene indossino anche loro la maglia nera con scritto ‘end racism’. 
A capeggiare il movimento è stato il sei volte campione del mondo Lewis Hamilton che, nonostante la delusione per la penalizzazione che lo ha costretto a partire dalla quinta posizione in griglia, ha mostrato fieramente la maglia “Black Lives Matter” accompagnata dalla scritta “end racism”. Una maglia celebrativa indossata da tutti i piloti del Circus, una decisione presa all’unanimità in una riunione avvenuta nel paddock venerdì dopo le libere.
Leclerc e Verstappen hanno deciso di non aderire a quest’ultimo gesto. Il ferrarista, poco prima di scendere in pista, su Twitter aveva preannunciato la sua decisione: “Credo che ciò che conta siano fatti e comportamenti nella nostra vita quotidiana piuttosto che gesti formali che potrebbero essere considerati controversi in alcuni paesi. Non mi metterò in ginocchio, ma questo non significa affatto che sono meno impegnato di altri nella lotta contro il razzismo”.
“Penso che tutti abbiano il diritto di esprimersi quando e come vogliono – ha affermato su Twitter – Non mi inginocchio, ma rispetto e sostengo le scelte personali di ciascun pilota”.
Intanto la FIA ha annunciato di aver donato un milione di euro alla fondazione ‘We Race as One’, un contributo che sosterrà una serie di attività che creeranno una cultura più inclusiva e diversificata all’interno della Formula 1 e di altre discipline automobilistiche, attirando più talenti e finanziando tirocini e apprendistati per gruppi sotto rappresentati, Come spiegato da presidente della Fia Jean Todt si tratta di “un primo passo e ne arriveranno altri. Dovremmo combattere qualsiasi forma di discriminazione in particolare a causa del colore della pelle, della religione, dell’origine etnica o sociale”.

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