Giusy Versace ha esordito così: “Alex è il simbolo del movimento paralimpico. Non solo italiano. Non è grande, è immenso”, un atleta che per gli sport paralimpici è “ondamentale. Grazie a lui i riflettori non si spengono mai. Prima di lui pochi sapevano cosa fosse un’handbike’. Alex è una di quelle persone che ti sembra di conoscere da sempre. Grazie a lui ho capito molto. Avevo da poco avuto l’incidente per il quale sono amputata. Vidi in tv il suo ritorno alle gare automobilistiche. Fu importante”.
Ha poi continuato accennando al loro rapporto: “Iniziavo a camminare al Centro protesi dell’Inail, c’era stato anche lui anni prima. Vedere sui muri quelle foto con lui, sentire i tecnici che ne parlarono mi aiutò molto”, poi l’incontro alle Paralimpiadi di Rio: “parlavamo spesso. Ogni sua frase era un incitamento a mettersi in gioco. Quando ha creato Obiettivo3 ci siamo sentiti, coinvolse la mia associazione Disabili No Limits”.
La velocista paralimpica ha espresso ancora parole positive: “Ha mille qualità. Sa ascoltare. Ci sono quelli che ti sentono solo, lui ti ascolta. Mi piace pensare a Alex come a una persona generosa. Mi ha insegnato molto nell’affrontare ciò che accade. È credente, come lo sono io. Dopo l’incidente ha ringraziato per quello che era rimasto senza piangere per quello che non c’era più”.