Bergamo piange ancora i suoi tanti deceduti a causa del coronavirus, una malattia che ha colpito un gran numero di cittadini, tra cui Gian Piero Gasperini.
A rivelarlo è l’allenatore dell’Atalanta stesso a La Gazzetta dello Sport, raccontando quei giorni del confronto in Champions League col Valencia, durante cui il virus s’è diffuso rapidamente: “Il giorno prima della partita di Valencia stavo male, il pomeriggio della partita peggio. In panchina non avevo una bella faccia. Era il 10 marzo. Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l’avessi avuta a 40. Ogni due minuti passava un’ambulanza. Lì vicino c’è un ospedale. Sembrava di essere in guerra. Di notte pensavo: se vado lì dentro, cosa mi succede? Non posso andarmene ora, ho tante cosa da fare… Lo dicevo scherzando, per esorcizzare. Ma lo pensavo davvero”.
Gasperini ha spiegato che ormai è tutto superato, dopo l’isolamento si è riunito con la sua famiglia a Torino: “Sabato 14 ho fatto un allenamento duro come non ricordavo da anni. Un’ora sul tapis-roulant, più di 10 chilometri di corsa. Mi sono sentito bene, forte. Il peggio era passato. Sono rimasto tre settimane a Zingonia. Poi a Torino ho sempre rispettato il distanziamento da moglie e figli. Senza febbre non ho mai fatto il tampone. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19. Ho gli anticorpi, che non vuol dire che ora sono immune”.
Gasperini: "Ho avuto il Coronavirus, ho pensato alla morte. Dopo Valencia ero distrutto"
L'allenatore dell'Atalanta per la prima volta ha raccontato, in un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, di aver temuto il peggio: “Sì, ho avuto paura”.
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31 Maggio 2020 - 11.30
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