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Sentenza Juve: causa, effetti e possibili scenari

Caso Juve; le motivazioni che hanno portato alla riapertura del dibattito e i possibili scenari futuri.

Sentenza Juve: causa, effetti e possibili scenari
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6 Febbraio 2023 - 15.54


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di Bernardo Fantechi

“Eccessivo utilizzo di plusvalenze artificiali”, “alterazione ripetuta dei valori di bilancio e del significato informativo dello stesso” e coscienza dei fatti avendo tenuto “un modus operandi non corretto”. Queste le motivazioni con le quali la Corte Federale d’Appello, presieduta da Mario Luigi Torsello, ha condannato la società Juventus. Le è stato, in sostanza, contestato la violazione degli articoli 4 comma 1 e 31 del Codice di Giustizia sportiva in tema di lealtà e illecito amministrativo. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo tutti i passaggi che hanno portato alla sentenza.

Le tappe

La Corte Federale d’Appello, compiendo un fragoroso dietrofront rispetto alla decisione assunta lo scorso 27 maggio, accoglie un ricorso per revocazione parziale da parte della Procura Federale. I motivi si intrecciano con le indagini condotte dalla Procura di Torino, nell’ambito dell’inchiesta denominata Prisma, per la quale la Juventus è attesa, il prossimo 27 marzo, ad un’udienza preliminare e attraverso la quale è emerso del nuovo materiale probatorio (costituito da intercettazioni e documenti), che ha radicalmente mutato il quadro dell’inchiesta sportiva. La data di avvenuta conoscenza dei nuovi elementi risulta essere dagli atti il 24/11/2022.

Quali sono le cause e perché solo la Juventus?

La Juve viene sanzionata non a causa della presenza di plusvalenze (valori gonfiati) in quanto tali, bensì per il fine che quei valori rappresentano e assumono all’interno di un bilancio, ossia doparlo generando effetti positivi. Tale situazione si evince attraverso le parole dei dirigenti stessi nelle telefonate intercettate ed è ciò che emerge dall’ormai noto “Libro Nero” di Paratici. Ma la domanda che affligge la gran parte dei tifosi bianconeri è: perché allora viene punita solo la nostra squadra e non anche le altre società coinvolte nel processo?

Questo poichè “non può esservi alcuna sistematicità da contestare in una singola operazione”. Tutto ruota attorno al concetto di metodicità ed è la questione principale di questo procedimento. La Juventus, a differenza delle altre, ha “programmato sistematicamente la realizzazione di plusvalenze prescindendo dall’individuazione stessa nel soggetto da scambiare, spesso indicato con una semplice X accanto al nome del giocatore da cedere e altresì accanto al numero prestabilito di plusvalenza da realizzare”. In sintesi, desumiamo che sia possibile assistere ad un’operazione atipica tra due società, una tantum, ma viene ritenuto illecito il ripetersi sistematico di questa formula al fine di sanare il bilancio.

Effetti, ricorso e possibili scenari

E’ noto a tutti come le sanzioni stabilite siano state la penalizzazione di 15 punti nel campionato in corso e il divieto a vario titolo per gli amministratori deferiti. La Juventus non ha fatto attendere e con un comunicato ufficiale ha presentato ricorso al Coni, con le seguenti motivazioni: “un documento viziato da evidenti illogicità,carenze motivazionali e infondatezze”, chiedendo, inoltre, la revocazione delle precedenti sentenze (che ha permesso di riaprire il caso). Si aprono, dunque, tre possibili scenari: nel primo, caso il Collegio respinge l’impugnazione. Nel secondo, accoglie il ricorso senza rinvio, annullando, quindi, la delibera impugnata senza ulteriore procedimento (caso che si auspica la Juve). Nel terzo, individua nella decisione una carenza motivazionale e si pronuncia con rinvio, ovvero rimanda gli atti all’organo giudicante chiedendo di riesaminare le carte. Qualsiasi sarà l’esito del ricorso e degli altri processi riguardanti le società calcistiche italiane, cresce la malinconia e il distacco rispetto a queste pratiche scorrette messe in atto.

Siamo arrivati alla distopia per cui da qui a fine stagione seguiremo con più interesse le vicende in tribunale rispetto a quelle di campo. Niente di anormale, purtroppo, per il secondo paese con più avvocati di tutto il mondo.

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