Brescia, pazzesco ribaltone sulla panchina: Diego Lopez rinuncia, Filippo Inzaghi ritorna

Dopo la decisione di Cellino di allontanare l'allenatore piacentino, Diego Lopez ha rinunciato, e Inzaghi, protetto da un cavillo sul contratto, è stato richiamato. Marroccu: "Fiducia ad Inzaghi"

Brescia, pazzesco ribaltone sulla panchina: Diego Lopez rinuncia, Filippo Inzaghi ritorna
Filippo Inzaghi
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8 Febbraio 2022 - 18.22


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Incredibile in casa Brescia, Diego Lopez rinuncia alla panchina e ritorna Flippo Inzaghi. Un esonero, quello dell’ex attaccante del Milan, mai realmente formalizzato, che sarebbe stato eventualmente di fatto da annullare. Una clausola sul contratto, infatti, impedisce la sollevazione dall’incarico con la squadra nelle prime otto posizioni della classifica. Diego Lopez, in ogni caso, ha rinunciato all’incarico, dopo il malumore della tifoseria, che aveva creato un clima pesante. Un gruppo di sostenitori del Brescia, in attesa di notizie, si è riunito fuori dai cancelli di Torbole in coincidenza con la conferenza del ds Marroccu, indetta per chiarire la situazione. “Ieri sera ho incontrato Diego Lopez e il suo staff, in città non si è respirata buona aria per il suo rientro. Un’aria che ha fatto sì che Lopez, amico sincero del Brescia, dopo aver preso atto di tante reazioni tra social e stampa ha preso coscienza del fatto che il suo arrivo potesse essere motivo di non serenità per il Brescia e ha rinunciato all’incarico”.

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Questo il primo fatto che il dirigente del club lombardo ha raccontato. Poi il discorso è andato su Inzaghi, che Cellino aveva praticamente sollevato dall’incarico per differenza di vedute: “Inzaghi non è mai stato esonerato, stavamo solo valutando il suo esonero. La clausola anti-esonero? Se c’è appunto non è stato licenziato perché il suo licenziamento sarebbe stato nullo. Inzaghi è l’allenatore del Brescia – ha dichiarato il ds Marroccu in conferenza stampa – deve collaborare con il club. Non vuol dire che deve subirlo, ci deve essere feeling. Abbiamo fatto un mercato netto e chiaro, lui e Cellino si sono detti delle cose. Qui occorre sapere misurarsi con una persona lungimirante che non vive sul risultato. I risultati sono ottimi, ma è la proiezione che ci ha fatto riflettere“.

La riflessione su Inzaghi era nata dalla necessità del club di centrare la promozione

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Il Brescia ha operato con forza a gennaio sul mercato, Cellino vuole la promozione e non era in sintonia con la conduzione di Filippo Inzaghi, considerato non propriamente adatto per centrare l’obiettivo: “Dobbiamo portare il Brescia in A e per andarci dobbiamo essere pronti a triturarci. La strada la traccia però il presidente, non io e non Inzaghi. Io posso incidere come ha inciso Inzaghi che però nell’ultimo periodo è stato sfiancato da tutto questo”.

La squadra in ogni caso è in mano a Inzaghi

L’ultimo 0-0 con il Cosenza non è stato digerito dal numero uno delle Rondinelle, ma la squadra è comunque in mano all’allenatore piacentino: “Inzaghi non è un nemico, io ho percepito un momento di sua difficoltà e non ho svolto nel dialogo tra lui e il presidente il mio solito ruolo. A Inzaghi ora dirò: rimbocchiamoci le maniche e poi ripartiamo. Inzaghi in tutta la gestione è sempre stato un martello, non ha mai perso energia però nell’ultimo fine settimana ho visto qualcosa di diverso. La squadra può trarre solo cose buone da questo scossone, che Inzaghi abbia la squadra in mano non è in discussione. È possibile che la reazione dell’ultimo weekend di Inzaghi sia figlia di un forte stress. Per stare qui ci vuole resilienza“.

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