Dopo i segnali di risveglio e una solidità che sembrava ritrovata con un gol subito in un mese, i bianconeri sono ritornati al punto di partenza. Un punto di partenza che si può leggere anche come settimo posto in classifica e 13 punti dalla vetta della classifica.
Il Sassuolo è già la seconda provinciale (anche se il termine è dispregiativo verso la squadra di Dionisi) che fa razzia allo Stadium, e per Madama il conto delle sconfitte è già salito a 3 (in 10 giornate di campionato).
Sarebbe facile spiegare il tutto con la sfortuna (il palo colpito da Dybala o il salvataggio di Ayhan sulla botta di Cuadrado), ma la realtà dei fatti è molto più complicata di così.
Perché questo? Perché quando vai all-in per vincere e poi non vinci, devi smontare tutto e ripartire dalle fondamenta. La Juventus, invece, richiamando Massimiliano Allegri, è andata nella direzione opposta. Ha pensato che bastasse restaurare, invece bisognava rivoluzionare.
I problemi di questa società, che ha concesso 13 gol in questo campionato e ne ha segnati solo 14, sono strutturali.
Nel senso che i reparti sono scollegati. Se la difesa si muove bene, l’attacco s’impoverisce. Se l’attacco segna 2 o 3 gol, la difesa subisce.
Guardate i risultati: si passa dal 3-2 contro Samp e Spezia ai vari 1-0. Non ci sono mezze misure. Nessun risultato netto. Emanuele Atturo di Ultimo Uomo, nel podcast “La Riserva”, ha parlato di una fase offensiva poco coesa. Di 11 uomini che non sanno bene cosa fare con il pallone. E ha ragione.
Contro il Sassuolo, anche dopo una buona prima costruzione, la Juventus non riusciva a dialogare. A progredire palla al piede. I centrocampisti scappavano, non c’erano alternative sul corto. L’heatmap di Paulo Dybala, che potete recuperare su SofaScore, è criminale in relazione alla potenza di fuoco del giocatore. Allegri gli ha chiesto ancora una volta di legare il gioco, ma così facendo lo ha dirottato largo e lontano dall’area di rigore.
A livello difensivo, invece, per quanto i vari 1-0 abbiano regalato fiducia, la Juventus non ha mai dato idea l’idea di essere solida. Si è tirata gli avversari in casa, come faceva anni fa, e ha fatto affidamento sulle prestazioni singole del triangolo Chiellini, Bonucci e Locatelli.
Nonostante la cessione di Cristiano Ronaldo, l’elefante nella cristalleria dei sistemi difensivi architettati da Pirlo e Sarri, i bianconeri non riescono ancora ad essere costanti nel pressing e nella riaggressione. Vanno a momenti, si alzano e si abbassano, ma il calcio di oggi non lo perdona più. Il controllo passivo non funziona più.