Il produttore e tifoso laziale Pecorelli sul caso Hysaj: "Falso dire che la Lazio sia fascista"

Sul caso del neo biancoceleste si è espresso anche Giannandrea Pecorelli, produttore cinematografico e televisivo, presidente dell'associazione "Lazio e libertà" che combatte questo luogo comune

Il produttore e tifoso laziale Pecorelli sul caso Hysaj: "Falso dire che la Lazio sia fascista"
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20 Luglio 2021 - 20.06


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di Marco Bertolini

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Primi giorni di ritiro della Lazio ad Auronzo di Cadore e solito rito: i nuovi acquisti devono cantare davanti a tutti i compagni un brano a scelta e quella del terzino Elfrid Hysaj, svincolato dopo l’esperienza a Napoli dove fu voluto da Sarri, ricade su “Bella ciao”, un inno alla lotta per la libertà intonato da partigiani e non, divenuto nell’ultimo secolo anche un brano della serie di successo “La casa di carta” e prodotto in varie versioni in giro per i social.
Il video lunedì gira in rete com’è normale che sia ma è la reazione che sorprende: alcuni esponenti della frangia di destra più estrema della curva laziale si presentano nel locale dove i propri beniamini hanno cantato per chiedere spiegazioni, arrivando perfino a presentarsi presso l’hotel dove i calciatori alloggiano, con conseguente intervento della Digos e il Ds Igli Tare a cercare di fare da paciere.


La reazione più sorprendente non avviene però in Veneto ma per le strade di Roma Nord dove lunedì sera viene appeso uno striscione che dice “Hysaj verme, la Lazio è fascista”.

L’ennesimo caso in cui il tifo laziale s’invischia con la politica, estremista, ha portato a numerosi reazioni, come quella della Lazio stessa che, dopo non aver subito preso posizione in passato (il saluto a Reina, “saluti romani camerata Reina”), si schiera immediatamente, mettendosi dalla parte del giocatore ritenendo “vergognoso” il comportamento di una parte di tifoseria.

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Gianandrea Pecorelli, produttore televisivo e sceneggiatore è un tifoso della lazio che presiede l’Associazione Lazio e Libertà, che tra i suoi scopi ha anche quello di combattere l’etichetta laziale uguale fascista con la quale si confonde ad arte una minoranza ultras, sicuramente fascista, con l’intero popolo biancoceleste che fascista non è e nel quale, al contrario, gli antifascisti sono tanti.

Che ne pensa della reazione della Lazio all’attacco ultras?
La comunicazione della società è cambiata anche per merito del Dottor Rao (Roberto Rao, da Dicembre 2020 responsabile della comunicazione della società capitolina, ndr.): la società si è dimostrata fin da subito operativa, schierandosi dalla parte del giocatore anche perché ciò che hanno fatto quei tifosi è un gesto deleterio anche nei confronti dell’immagine della società stessa.

E cosa pensa dello striscione contro Hysaj?
Sulla vicenda e sul comportamento degli ultras, noi di “Lazio e libertà” pensiamo che sia uscita davvero la parte peggiore del tifo, il video del giocatore che canta “Bella ciao”, un bel brano ricco di gioia, partecipazione e fratellanza, è stato il pretesto per alcune persone di avere visibilità, una sorta di pubblicità che è deleteria per tutti noi, tanto da costringere la società ad esporsi.

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Di fronte a questo qual è l’obiettivo di Lazio e libertà?
Purtroppo nell’ultimo anno non ci sono state occasioni per avere situazioni pubbliche vicine allo stadio per interagire ma stiamo verificando già adesso le possibili alternative e speriamo che da Settembre possano avere inizio numerose iniziative, che coinvolgano anche scrittori e giornalisti di fede biancoceleste, per far sì che si possa far capire definitivamente che il concetto di tifoso laziale non è obbligatoriamente connotato da un’ideologia, tantomeno fascista. Dire che i laziali siano fascisti è una bugia.

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