Il resoconto finale dei 5 maggiori campionati europei: molte sorprese e tante delusoni

La stagione regolare in Italia, Inghilterra, Spagna, Germania e Francia è giunta al termine e, in attesa dei playoff promozione, ci sono già molti verdetti.

Il resoconto finale dei 5 maggiori campionati europei: molte sorprese e tante delusoni
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25 Maggio 2021 - 18.20


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Con le partite giocate nella serata di domenica si sono delineati in maniera quasi definitiva (mancano gli spareggi promozione/retrocessione in Germania e Francia oltre alle finali playoff in Inghilterra, Spagna e Italia) gli esiti dei 5 maggiori campionati europei.

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Italia

Titolo: Inter

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Champions League: Inter, Milan, Atalanta, Juventus

Europa League: Napoli, Lazio

Playoff di Conference League: Roma

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Retrocesse: Parma, Crotone, Benevento.

In attesa del ritorno della finale playoff di giovedì che decreteranno tra Cittadella e Venezia la terza promossa insieme ad Empoli (1°) e Salernitana che andranno a sostituire le squadre attualmente di D’Aversa, Cosmi e Filippo Inzaghi, la Serie A si conclude con le squadre che volevano la Superlega al posto della Champions qualificarsi a quest’ultima con il sudore e con i denti in un 38esimo turno ad alto rischio con il Napoli tagliato fuori per il pareggio in casa contro il Verona.

Annata più che positiva per il Milan e l’Atalanta con l’Inter che centra l’obbiettivo non ufficiale ma ufficioso della sua stagione e la Juventus di Pirlo che dopo un anno difficile termina con la qualificazione in Champions e una Supercoppa e Coppa Italia in più in bacheca; termina con l’amaro in bocca il proprio campionato il Napoli che saluta il proprio allenatore come potrebbe fare la Lazio, con Simone Inzaghi in attesa da più di un anno che tarda ad arrivare ed una qualificazione in Europa League dopo un girone d’andata in chiaroscuro.

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Paulo Fonseca saluta con il 7° posto a pari merito con il Sassuolo ma una miglior differenza reti (+10 contro +8) Roma e la Roma, le quali accoglieranno Mourinho con la qualificazione alla nuova competizione dell’Uefa a cui, guarda caso, anche la ex squadra del portoghese, il Tottenham, si è qualificata: la Conference League; anno difficile per i giallorossi che nel girone d’andata erano al 3° posto capaci di vincere sempre con le squadre sotto e mai con quelle sopra, leit motiv che non si è ripetuto nel girone di ritorno in cui le sconfitte contro Parma, Torino e Cagliari, sono state decisive per dare l’addio ai sogni Champions.

Retrocede in ultima posizione con 20 punti il Parma, protagonista di un cambio societario che ha portato nuovi giocatori e nuove idee, forse troppe, con un allenatore preso in estate che prediligeva un modulo che non era consono alle caratteristiche dei giocatori in rosa ed esonerato per richiamare quello cacciato a fine campionato scorso per rinnovare le proprie ambizioni; cambio d’allenatore infruttuoso anche per i calabresi che con Stroppa prima e Cosmi poi non riescono a trovare la quadra ad una squadra che ha subito ben 92 reti ma capace, grazie a Simy (20 goal) di segnare più delle altre due retrocesse e anche più di Cagliari e Udinese.

Retrocede infine il Benevento che paga un girone di ritorno mortifero dopo che le prime 19 giornate avevano consegnato alla A una signora squadra: terzultimo posto a 33 punti, -4 da Torino e Cagliari, con la vittoria contro la Juventus a Marzo che è rimasta l’unica occasione in cui i campani hanno conquistato i 3 punti nelle 19 partite finali.

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Inghilterra

Titolo: Manchester City

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Champions League: Manchester City, Manchester United, Liverpool, Chelsea

Europa League: Leicester, West Ham

Playoff di Conference League: Tottenham

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Retrocesse: Sheffield United, West Bromwich Albion, Fulham.

Con le retrocesse dalla Premier Norwich e Watford già di ritorno nel massimo campionato, la terza squadra che si presenterà ai nastri di partenza della prossima Premier League uscirà dalla finale a partita secca di Sabato tra Brentford e Swansea; le tre squadre avranno un compito non arduo perché dovranno riuscire a non far rimpiangere tre squadre che da mesi hanno vissuto nei bassifondi della classifica, soprattutto una delle due squadre di Sheffield, che ha terminato il campionato a quota 23 punti, ad una vittoria dal Wba, ma che fino alla partita di Gennaio contro il Newcastle non aveva ancora vinto una partita.

Retrocesse quindi anche il West Bromwich Albion nonostante il cambio in panchina: Bilic dopo la promozione nell’anno precedente non si riconferma nella massima serie e dopo soli 7 punti guadagnati in 13 partite viene sollevato dall’incarico in favore del guru delle salvezze “Big Sam” Allardyce (salvate Blackburn, Sunderland e Crystal Palace prese quando navigavano nei bassifondi della classifica) che per la prima volta in carriera non è riuscito a migliorare la posizione in classifica della squadra e si è dovuto arrendere.

Nessun cambio a campionato in corso per il Fulham con Scott Parker rimasto saldamente in sella per tutte e 38 le partite e fino a poche giornate dalla fine ancora in corsa per la salvezza; futuro roseo per l’ex giocatore, tra le altre, del Tottenham, perché il suo calcio propositivo e ben organizzato è piaciuto a molte big che vedono nell’allenatore “con più stile della Premier” (a detta di Guardiola), un futuro fenomeno.

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Nei piani alti, solo Conference League per il Tottenham, tra le prime 4 con Mourinho nei primi mesi ma poi scivolato inesorabilmente giù: Ryan Mason, allenatore delle giovanili e chiamato a sostituire il portoghese a campionato in corso, non ha potuto fare molto, se non portare la sua ex squadra da giocatore a 5 punti dal 4° posto, nonostante in rosa il miglior attaccante del campionato con 23 goal Harry Kane e il miglior assist man della Premier, lo stesso attaccante classe ’93.

Dopo ben 242 giorni passati tra le prime 4, più di Manchester United (155) e Liverpool (139) e più di Manchester City e Chelsea insieme (130 e 102), il Leicester di Brendan Rodgers manca la qualificazione in Champions per un soffio per il secondo anno consecutivo e nonostante la vittoria della Fa Cup, la stagione lascia un po’ di amaro in bocca; decisiva la sconfitta nell’ultima giornata contro il Tottenham, che vincendo ha qualificato alla ex Coppa Campioni il Chelsea di Tuchel, sconfitto dall’Aston Villa, che ha totalizzato 67 punti, uno in più della ex squadra di Ranieri.

3° posto quasi insperato per il Liverpool che con un colpo di coda dopo un anno complicato per via degli infortuni e di prestazioni sottotono da parte di alcuni insospettabili come Mane, Thiago e Alexander-Arnold, fa 15 punti sui 15 disponibili e agguanta la terza piazza; secondo posto per il Manchester United che non è mai stato davvero invischiato nella lotta Champions ma non abbastanza continuo per reggere il ritmo imposto da Guardiola e i suoi ragazzi, negli ultimi mesi una vera e propria macchina da guerra con il miglior  attacco e la miglior difesa del campionato che hanno aiutato a risalire la china dopo un girone d’andata non proprio irreprensibile.

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Menzione d’onore per il West Ham che conquista 65 punti, a 2 lunghezze dalla zona Champions, e con il 6° posto ritorna in Europa, anche grazie all’acquisto di Gennaio Jesse Lingard: il classe ’92 si è reso protagonista di un 2021 straordinario con 9 goal in 16 presenze che hanno aiutato la squadra londinese a cullare per molto tempo il sogno Champions, sfumato anche per un calo nel momento clou della stagione e dal ritorno prepotente della banda di Klopp.

 

Spagna

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Titolo: Atletico Madrid

Champions League: Atletico Madrid, Real Madrid, Barcellona, Siviglia

Europa League: Real Sociedad, Real Betis

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Playoff di Conference League: Villareal

Retrocesse: Eibar, Real Valladolid, Huesca.

Era dalla stagione 2013/2014 che la Liga non era appannaggio di una tra Real e Barcellona e anche in quel caso a vincere fu Simeone con il suo Atletico: dopo un anno partito bene con un vantaggio sulle inseguitrici molto cospicuo la squadra dell’ex Catania ha rischiato di dilapidare tutto ciò che era stato raccolto ma alla fine è riuscita a non lasciarsi scappare l’occasione di vincere la Primera Division vincendo il campionato numero 11 della sua storia.

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I Colchoneros hanno rischiato dato che a Febbraio erano a +10 sul Real secondo e +13 sulla squadra catalana terza e hanno concluso il loro campionato con soli due punti di distacco sui Blancos: la vittoria è arrivata grazie al portiere, Jan Oblak, a 28 anni nel pieno della maturità calcistica che grazie alle sue porte inviolate a permesso all’Atletico di essere la squadra meno perforata dell’intero campionato, ma soprattutto all’esperienza ad altissimi livelli di Luis Suarez, arrivato come bollito da Barcellona e autore di 21 dei 67 goal in campionato dei nuovi campioni di Spagna, nel mezzo la maturazione di Angel Correa (decisivo nell’ultima di campionato proprio come l’ex Liverpool), l’esplosione di Marcos Llorente, vero e proprio tuttocampista e autore di ben 12 goal, e il talento di Joao Felix, quest’anno più in luce rispetto al precedente da cui si aspettavano grandissime cose che in parte ha rispettato.

Secondo posto per il Real Madrid, che chiude un’annata senza titoli con l’amaro in bocca per i punti persi soprattutto nel girone d’andata; terzo posto per la squadra di Messi, Pichichi del campionato con 30 reti, capace di rimontare parecchi punti all’Atletico ma proprio sul più bello è stata forse tradita dalla stanchezza, con la sconfitta post Clasico contro il Granada in casa al 33° turno che ha pesato molto sulle sorti di una squadra da rifondare, partendo però su alcuni giovani lanciati da Koeman: Pedri, Moriba, Mingueza, Dest tra i più sorprendenti, oltre allo sfortunato Ansu Fati.

Quarta piazza infine per il Sevilla dell’ex Ct Under 21 della Spagna Lopetegui che con l’avvento a Gennaio del Papu Gomez, unito all’esperienza aggiunta in estate da Rakitic e l’esplosione del marocchino En-Nesyri, ha reso la squadra rojiblanca una delle più temibili offensivamente ma anche difensivamente, con il connazionale di En-Nesyri Yassine Bounou che si è confermato ad alti livelli dopo l’esplosione lo scorso anno in Europa League e il francese classe ’98 Koundé che ha attirato le mire delle big inglesi e non solo, rendendo l’ex squadra di Emery fino all’ultimo vicina alle prime 3 della classe.

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Dopo un girone d’andata passato nelle posizione più alte, la Real Sociedad dopo aver cullato il sogno Champions si dovrà accontentare dell’Europa League, dopo una stagione comunque positiva: ancora nelle menti dei giocatori baschi la vittoria nella finale di Coppa del Re 2020 ma giocata nell’Aprile dell’anno corrente in finale contro l’Athletic Bilbao; 6° posto per il Betis dell’ex City e Real Manuel Pellegrini che finalmente porta la squadra dai colori verde bianco a giocare in Europa dopo ottime campagne acquisti che però non portavano all’obiettivo mai celato.

Conference League per il Villareal di Unai Emery, impegnato domani nella finale di Europa League contro lo United, che fino all’ultimo ha provato ad accedere alla casa dell’allenatore ex Siviglia e Psg, mancata per 3 punti; il “submarino amarillo” paga un inizio campionato zoppicante dettato dalla mole di nuovi giocatori arrivati in estate, comunque da segnalare la stagione del bomber ex Espanyol Gerard Moreno, miglior cannoniere spagnolo con 23 goal, al pari di Benzema.

Salutano la Primera l’Eibar, che dopo anni fruttuosi con Mendilibar, paga un’annata deludente dei suoi attaccanti con il solo Kike Garcia a timbrare ccon regolarità il cartellino, 12 volte in 37 partite, con gli altri attaccanti Sergi Enrich e Muto autori di 4 goal in due, troppo poco; in compenso è esploso il talentino Bryan Gil, classe 2001 e in prestito dal Siviglia, esterno sinistro dotato di gran corsa e tecnica che bene ha impressionato nella sua vera e propria prima stagione da titolare.

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Scendono anche il Real Valladolid del proprietario Ronaldo Luis Nazaario de Lima, al secolo Ronaldo “il fenomeno”, che ha fatto già fuori l’allenatore Sergio Gonzalez e il direttore sportivo Miguel Angel Gomez dopo la sconfitta che ha consegnato all’Atletico il tiolo, e la neopromossa Huesca, che termina il campionato con 34 punti, a 2 lunghezze dall’Elche sorprendentemente vittorioso contro il Bilbao, a cui è stato negato un rigore e annullato un goal nell’ultima contro il Valencia; da segnalare il talento della punta con il numero 9 Rafa Mir, 23 anni e in prestito dal Wolverhampton, che dopo aver aiutato la squadra della comunità di Aragona a salire in A con i suoi 9 goal segnati in 18 presenze, si riconferma anche in Liga con 13 centri.

A sostituire le squadre sopracitate saranno l’Espanyol e il Mallorca, di ritorno dopo un anno di purgatorio, mentre c’è attesa per scoprire la terza squadra essendo il campionato di Segunda ancora in bilico: ad una giornata dal termine in zona playoff troviamo delle altre vecchie conoscenze della Liga: Leganes (3°), Girona (5°) tra le altre.

 

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Germania

Titolo: Bayern Monaco

Champions League: Bayern Monaco, Lipsia, Borussia Dortmund, Wolfsburg

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Europa League: Eintracht Francoforte, Bayer Leverkusen

Playoff di Conference League: Union Berlino

Retrocesse: Schalke 04, Werder Brema

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Spareggio retrocessione: Colonia

A vincere la Bundesliga, per la 31esima volta nella sua storia, ci ha pensato la squadra campione del mondo in carica, vincitrice dell’ultima Champions, della Supercoppa europea e della Supercoppa di Germania: il Bayern Monaco di Flick, prossimo a diventare il nuovo commissario tecnico della nazionale tedesca, che centra l’obbiettivo dopo una stagione a rischio trappola con l’addio di Thiago che ha cambiato la squadra e gli addi vociferati da inizio anno dei centrali Alaba e Boateng, oltre a quello posticipato dopo la finale di supercoppa europea di Javi Martinez.

Un anno difficile per i bavaresi con l’allenatore in rotta con il direttore sportivo Salihamidzic per gli acquisti non proprio desiderati dei centrocampisti Sarr e Roca, l’infortunio del bomber Lewandowski che ha indirizzato in favore degli avversari parigini la sfida di Champions e il rischio “pancia piena” della squadra.

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Alla fine è arrivato il 9° titolo consecutivo e oltre alle seconde giovinezze di Thomas Muller e Neuer, la nascita della stella Musiala, a prendere la scena è stato Lewandowski che in 29 partite giocate di Bundes ha timbrato il cartellino 41 volte, eguagliando e superando il record della leggenda Gerd Muller, fermatosi a 40; sale a curiosità di vedere il polacco all’opera in un sistema diverso, quello che progetterà per e con lui il prossimo allenatore dei bavaresi Julian Nagelsmann, che con il Lipsia si è confermato ad altissimi livelli toccando quota 65 punti nonostante la cessione di uno dei migliori talenti passati nella casa di proprietà Red Bull, Timo Werner, che ha di fatto tolto un terminale offensivo temibilissimo alla squadra, con nessun giocatore tra i migliori 10 marcatori del campionato (il più prolifico è un centrocampista offensivo, Sabitzer, a quota 8 goal).

3° posto in rimonta per i gialloneri di Dortmund che in una settimana hanno potuto festeggiare la vittoria della coppa nazionale vinta contro il Lipsia e la qualificazione in Champions, arrivata tardi dopo una stagione di alti e bassi esemplificata dall’esonero dello svizzero Favre, rimpiazzato degnamente dall’esordiente Edin Terzic che grazie ai goal della macchina Haaland, che con 27 centri è stato oggi nominato miglior giocatore del campionato, è riuscito a far risalire la china alla sua squadra del cuore; ultimo posto Champions che va al Wolfsburg dell’austriaco Glasner che dopo i successi in patria con il Lask ha riportato la squadra della Volkswagen dove mancava dalla stagione 2015/2016 anche grazie ai goal dell’olandese Weghorst, 20 reti per lui, e al talento del numero 27 Arnold, oramai uno dei centrocampisti più decisivi del campionato.

Europa League per l’Eintracht Francoforte di Adi Hutter, promesso sposo del Borussia Moenchengldbach, che ha già salutato Marco Rose, diretto a Dortmund, trascinato dall’esplosione del portoghese Andre Silva, autore di 28 goal in 32 presenze, primo quindi degli umani nella classifica marcatori, e le parate di Trapp, tornato sui suoi livelli dopo gli anni spesi in panchina al Psg; sesta piazza per il Bayer Leverkusen di Hannes Wolf, subentrato a Peter Bosz a Marzo 2021 dopo i risultati deludenti dell’olandese che rischiavano di togliere dall’Europa una squadra con un parco attaccanti non iindifferente con l’argentino Alario, il giamaicano Bailey e il ceco Schick che hanno aiutato a risalire la china, rimonta però che forse non bastera al giovane austriaco per essere riconfermato sulla panchina, in procinto di passare a Glasner.

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Europa anche per l’Union Berlino, in Zweite Liga due anni fa, all’esordio assoluto in massima serie nella stagione 19/20 e il prossimo anno di ritorno in Europa dopo 20 anni grazie ad una cavalcata che ha visto prima la squadra di Urs Fischer battere l’anno scorso nel derby il ben più blasonato Hertha, salvarsi e alzare l’asticella prima con gli arrivi in estate del centrale Knoche dal Wolfsburg e dell’attaccante Max Kruse, classe ’88, rimasto un anno in Turchia al Fenerbache dopo aver segnato 32 reti in 84 presenze al Werder Brema tra il 2016 e il 2019 e tornato in Germania dove ha trascinato l’attuale prima squadra della capitale con i suoi 11 goal in 22 partite, inoltre la conferma ad alti livelli del centrale Marvin Friederich e soprattutto dell’esterno destro Cristopher Trimmel, austriaco e in Germania dal 2014, che in 31 partite ha servito ben 10 assist ai compagni.

Retrocesso senza appello lo Schalke 04, di ritorno in 2.Bundesliga dopo 30 stagioni consecutive in massima serie, dopo aver vinto solamente 3 partite nelle 34 della stagione regolare, con soli 15 goal segnati e ben 86 subiti: niente da fare per Huntelaar & Co. Con l’olandese che è tornato in Germania a Gennaio dall’Ajax per provare a risollevare le sorti del club dove è il secondo miglior marcatore della storia con 126 reti, come Kolasinac e Mustafi, ma non è bastato.

Insieme allo Schalke giù un’altra nobile decaduta che dopo anni difficili passati nelle zone più basse della classifica quest’anno non è riuscita ad evitare una sorte scritta da tempo, il Werder Brema che nonostante abbia potuto contare sul talento dei vari Bittencourt, Sargent, Selke in attacco e l’esperienza di Toprak e Moisander in difesa retrocede in seconda serie dopo 40 anni consecutivi nella massima; un lontano ricordo la finale di Coppa Uefa disputata nel 2009 con il brasiliano Diego a comandare le azioni offensive, il prossimo anno inizierà la dura risalita dopo che molte altre nobili, come l’Amburgo, stanno avendo tutt’ora difficoltà a vincere in B.

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Occasioni di mercato anche per le grandi con i talenti di Harit dello Schalke e Rashica del Werder che possono fare gola a molti; a sostituire le due squadre saranno il Bochum, primo classificato con 67 punti, e il Greuther Furth, arrivato a quota 64, mentre bisognerà attendere la doppia sfida spareggio (26 Maggio l’andata, il 29 il ritorno) per sapere se sarà il Colonia a retrocedere o a rimanere in Bundes con buona pace dell’ammazzagrandi in Coppa di Germania, l’Holstein Kiel.

 

Francia

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Titolo: Lille

Champions League: Lille, Psg

Preliminari di Champions: Monaco

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Europa League: Lione, Marsiglia

Playoff di Conference League: Rennes

Retrocesse: Dijon, Nimes

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Spareggi retrocessione: Nantes

Il Lille di Galtier interrompe il dominio parigino condito da 7 titoli nei precedenti 8 anni (Monaco nel 2016/2017 l’eccezione) e conquista all’ultima giornata il titolo numero 4 della propria storia, il secondo negli ultimi 10 anni dopo quello nella stagione 2010-2011 con Rudi Garcia in panchina ed Eden Hazard in campo.

L’ex allenatore del Saint Etienne che, aiutato da Aubameyang e Zouma, portò a vincere una Coppa di Lega, dopo un’estate che ha portato via delle colonne della squadra francese come il difensore centrale Gabriel e l’attaccante Osimhen, riesce nell’impresa di vincere un campionato quest’anno più equilibrato che ma con il Monaco e il Lione che a 5 giornate dal termine partecipavano attivamente alla lotta per il titolo; decisiva per la squadra del bomber ex Besiktas e Galatasaray Burak Yilmaz, 16 centri per lui in campionato, la vittoria in trasferta contro l’Angers nell’ultima giornata che ha reso inutile la vittoria dei parigini contro lo Stade Brestois.

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Finisce senza titolo ma soprattutto senza Champions la stagione dei parigini che hanno comunque messo nel 2021 in bacheca la Supercoppa francese 2020 giocata a Gennaio e la Coppa di Francia ma che non hanno consegnato a Pochettino il primo campionato da allenatore della carriera nonostante gli 86 goal messi a segno in 38 partite anche per la costanza sorprendente avuta dai nuovi campioni di Francia, con una difesa baluardo: 23 le reti subite dalla miglior difesa della Ligue 1 con l’ex Psg Mike Maignan, futuro numero 1 del Milan, che ha collezionato più reti inviolate di tutti nei maggiori 5 camponati europei, meglio con i suoi 21 clean sheets di Ederson e Oblak, fermi rispettivamente a 19 e 18.

Si qualifica ai preliminari di Champions il Monaco che dopo anni difficili a seguito dell’addio di Mbappe e di tutti i protagonisti della strepitosa cavalcata 4 anni fa, con il croato ex Bayern Kovac torna tra le più forti di Francia grazie ad un duo d’attacco prolifico: Ben Yedder con 20 reti e Volland con 16, la coppia più prolifica dell’intero campionato dopo quella Mbappe-Kean, 27 e 13 reti.

I due Olympique, quello del Lione e del Marsiglia, si qualificano all’Europa League dopo essere partiti con ambizioni diverse: il Lione di Garcia prossimo a non avere più il vice capocannoniere della Ligue 1 Memphis Depay (20 reti) era partito con la volontà di andare in Champions, che sarebbe arrivata dato i due punti di distacco dalla squadra del Principato monegasco e la sconfitta patita contro il Nizza nell’ultima giornata, dall’altra il Marsiglia prima di Vilas-Boas e poi di Sampaoli, ha pagato alcuni dissidi con il primo tecnico che si è dimesso a Febbraio perché non d’accordo con l’acquisto dal Celtic di Ntcham e il periodo di ambientamento del secondo, fino a quel giorno in Brasile all’Atletico Mineiro, mancando e di molto l’accesso Champions, dato il distacco dal Monaco di 18 punti.

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6° posto per il Rennes che dopo aver deluso inizialmente le aspettative a inizio anno, forse distratto dall’impegno non di poco conto della Champions League, dopo l’esonero dell’artefice del 3° posto dell’anno precedente Julien Stéphan, con l’ex Lione Bruno Genesio, in carico da inizio Marzo, torna in Europa in cui probabilmente non potrà contare sul talento di Eduardo Camavinga, non intenzionato a rinnovare dopo i problemi avuti durante l’anno e desideroso di andare a Parigi.

Retrocessione per il Dijon che dopo la promozione in massima serie nel 2016/2017 e aver giocato con il fuoco due anni fa con lo spareggio salvezza vinto contro il Lens, ad Aprile vede le sue speranze di salvarsi annullate con la Ligue 2 matematica con 4 giornate d’anticipo; scende anche il Nimes che fino all’ultimo ci ha provato con la vittoria a 2 giornate dal termine contro il Metz per 3-0 ma la sconfitta in casa per 2-5 contro il Lione ha reso vane le speranze per la contemporanea vittoria del Nantes a domicilio in casa dell’ultima in classifica per 4 a 0.

Spareggio tra Nantes e Tolosa per decidere se ci sarà una terza squadra a salire dalla Ligue 2 o saranno solo due, il Troyes e il Clermont; per le due squadre doppio incontro con l’andata prevista a Tolosa il 27 Maggio e il ritorno a casa della squadra già in Ligue 1 tre giorni dopo.

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