Rottura tra Brescia e Balotelli: l'attaccante mette in mora il club ed è subito polemica

Dopo un susseguirsi di diffide per il numero 45 del Brescia arriva la rottura totale tra l’attaccante ed il club. Botta e risposta tra Grassani e Raiola

Rottura tra Brescia e Balotelli: l'attaccante mette in mora il club ed è subito polemica
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12 Giugno 2020 - 14.24


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Tra Mario Balotelli e il Brescia ormai è rottura totale e incontrovertibile. Secondo quanto riporta la “Gazzetta dello Sport” l’attaccante azzurro, attraverso i suoi legali, ha inviato al club lombardo la terza diffida al reintegro in gruppo aggiungendo, questa volta, la richiesta di messa in mora per lo stipendio di marzo. La società dovrà provvedere al pagamento entro 29 giorni e lo stesso dovrà fare per tutti gli altri giocatori se non subentrerà un accordo.

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Mattia Grassani, legale del patron del club, ha commentato così ai microfoni della “Gazzetta dello Sport”: “Credo che Mario Balotelli Barwuah sia l’unico calciatore europeo militante nella massima serie che ha avuto l’ardire di mettere in mora il proprio club, ai sensi dell’Accordo Collettivo, per ottenere il pagamento integrale della mensilità di marzo, in pieno periodo di coronavirus e con le attività sportive completamente sospese. Inoltre, il Brescia ha ormai perso il conto delle diffide, inviate dal calciatore sempre in ore notturne, che lamentano la presunta impossibilità di allenarsi e/o atteggiamenti discriminatori posti in essere nei suoi confronti. Negli ultimi dieci giorni ne ha inviate tre, tra le 20 e le 23.30, l’ultima mercoledì sera, quando gli uffici della società erano ovviamente chiusi. Se continua così, con l’esperienza maturata in queste settimane in ambito regolamentare e di applicazione dell’Accordo Collettivo, potrebbe conseguire a pieno titolo una laurea honoris causa in Giurisprudenza”.

La risposta dell’agente del calciatore, Mino Raiola, non è tardata ad arrivare: “Ma Grassani è il nuovo addetto stampa del Brescia Calcio? Mi sembra voglia fare i processi sui giornali invece che davanti ai tribunali. Ma la verità emergerà. Dirò a Mario di scrivere le mail al signor Grassani la mattina. Il problema è che il Brescia lo fa allenare da solo alle 19. È normale che scriva le mail dopo le 20 quando torna a casa e si rende conto che lo stanno discriminando. Comunque non sapevo che il Brescia non avesse ancora pagato il mese di marzo e francamente mi sembra normale che uno possa chiedere di avere lo stipendio dopo tre mesi che non lo pagano. Mi piacerebbe sapere se il signor Grassani ha fatto pagare le parcelle ai clienti anche a marzo… Piuttosto, a me risulta che il Brescia è l’unica società di Serie A che non ha ancora fatto fare il tampone a un proprio calciatore. Hanno discusso per settimane dei protocolli medici e ora si consente a una società di ignorarli solo per poter lasciare a casa un calciatore. Per colpire uno si mette a rischio tutta la squadra”.

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