Nel corso di una videoconferenza tra le società della massima divisione, Beppe Marotta ha aperto il fronte di chi ritiene impossibile rispettare le prescrizioni del protocollo sui ritiri blindati di 14 giorni, che dovrebbero partire da lunedì.
La problematica sollevata da Marotta è stata condivisa da molte società, quali Napoli, Roma, Fiorentina, Verona, Bologna, Sampdoria, Brescia e Genoa.
Il nodo principale è questo: quasi nessun club di A può ospitare tutto il “gruppo squadra”, formato da circa 50 persone, all’interno del proprio centro sportivo.
L’Inter è l’esempio emblematico: possiede 26 camere ad Appiano Gentile.
Quindi metà della comitiva dovrebbe alloggiare in un hotel fuori dai cancelli della Pinetina.
Un controsenso per una misura voluta per ridurre i rischi di contagio.
Marotta ha parlato di condizioni di forza maggiore che rendono impossibile organizzare un ritiro simile.
Per questo l’Inter dal 18 maggio non partirà con gli allenamenti collettivi, ma proseguirà con le sedute individuali dei suoi giocatori, uno per ogni metà campo sui campi di Appiano Gentile.
Il documento quindi è considerato troppo rigido; e potrebbe mettere in seria discussione l’inizio della stagione, con i nerazzurri che quindi non inizierebbero il ritiro.
Si attende l’incontro programmato tra Dal Pino, Gravina e il premier Conte, che servirà a smussare alcuni nodi troppo rigidi imposti dal protocollo.
Marotta: “Il protocollo è troppo rigido, per i nerazzurri è inapplicabile”
L’Inter è tra le squadre impegnate in prima linea contro il protocollo sanitario per la ripresa del calcio. Se le norme non verranno riviste è a rischio la ripartenza della stagione.
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15 Maggio 2020 - 12.33
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