Ranieri sulla ripresa del campionato: “Con la salute non si scherza”

L’allenatore della Sampdoria risponde alle domande poste da “La Repubblica” sulla ripresa della Serie A ed esprime la propria opinione sulla pandemia che ha colpito l’Italia oramai un mese fa.

Ranieri sulla ripresa del campionato: “Con la salute non si scherza”
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5 Aprile 2020 - 12.24


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I campionati sono fermi dal 9 marzo a causa dell’emergenza Coronavirus, ed è ancora presto per poter parlare di una possibile ripresa.

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“Il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci” ha esordito con queste parole il tecnico dei blucerchiati.

Ed ha anche sottolineato: “Con la salute non si scherza. Ficchiamocelo in testa, a fine partita il sistema immunitario di un calciatore si abbatte. Con una gara ogni tre giorni il quadro può essere devastante”.

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Sono otto i suoi calciatori risultati positivi al tampone.

“Difficile prevedere un ritorno in campo” ha ribadito pensando ad un possibile futuro: “Un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus. Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno”.

Con i decreti attuati dal Presidente del Consiglio si è mostrato d’accordo, e sulla situazione generale che vive il suo Paese ha dichiarato: “L’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio: pensi quelli di provincia o se il dramma del Nord fosse capitato al Sud, con strutture meno idonee e ricettive. Senza contare che le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri?”.

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Ha concluso l’intervista con parole forti l’ex allenatore della Roma, rivolgendo un appello in particolar modo ai suoi concittadini: “Sorrido quando in tv vedo gente che corre nei parchi. Siamo diventati un popolo di maratoneti. Non si può e basta, smettiamola di complicare il lavoro di chi ci deve curare”.

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