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Luciano Sola, perché la gloria è anche dei gregari

Preso nel giugno 1986 dal Napoli di Ottavio Bianchi, mise insieme 16 presenze dando il suo contributo al primo scudetto partenopeo.

Luciano Sola, perché la gloria è anche dei gregari
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5 Marzo 2020 - 17.53


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di Alfonso Esposito 

Con quella faccia un po’ così, quel cognome un po’ così, si fatica a pensare che sia stato campione d’Italia. E col Napoli di Maradona, poi. Eppure è successo veramente, nell’anno calcistico ’86-’87, quello della prima volta del tricolore alle pendici del Vesuvio. Luciano Sola, lumbàrd di Seregno classe ’59, la Serie A l’assapora solo nel 1985, col Bari di ‘Maciste’ Bolchi, peraltro retrocesso al termine di quella stagione. Eppure Luciano si ritaglia un posto da titolare al fianco di gente scafata come Piraccini e Sclosa, sopperendo anche all’infortunio del regista inglese Cowans e levandosi lo sfizio di segnare la sua unica rete nella massima divisione proprio al Napoli, vincitore per 2-1 davanti al pubblico biancorosso. Cursore infaticabile, gioca prevalentemente mediano destro.

Tanto basta per convincere proprio il tecnico partenopeo, Ottavio Bianchi, a farlo acquistare per il torneo successivo, pure per sopperire alla mancanza del ‘moto perpetuo’ cresciuto in casa, Costanzo Celestini, nel frattempo gravemente infortunatosi. Sola, a dispetto del cognome, si rivela tutt’altro che una fregatura, fungendo da prezioso ricambio per la mediana, nella quale dettano legge ‘il guerriero’ Salvatore Bagni e ‘Rambo’ De Napoli.
A fine ottobre è prelevato dalla Triestina anche Ciccio Romano, regista scuola Milan, ed è qui che il Napoli compie il definitivo salto di qualità che lo porterà a primeggiare nella corsa verso lo scudetto. 

Eppure nemmeno il rinforzo del mercato di riparazione ostruisce gli spazi per Luciano. Bianchi gli aveva regalato l’esordio in maglia azzurra alla quarta di andata, al ‘San Paolo’ contro il Torino, match rognoso con i granata presto passati in vantaggio grazie a Sabato, immediatamente riacciuffati da Bagni, ma pur sempre capaci di tenere in scacco i partenopei. Bianchi lo lancia nella mischia subito dopo l’intervallo, al posto del tornante offensivo Caffarelli, allo scopo di far cambiare passo alla squadra. Sarà per questo, sarà per un pizzico di buona sorte, ma un quarto d’ora dopo Ciro Ferrara porta il Napoli in vantaggio, prima che Giordano completi l’opera per il 3-1 conclusivo.

Il tecnico azzurro si fida di lui, non esita a promuoverlo titolare anche dopo, anche con la maglia n. 7, la stessa che indossa a Roma il 26 ottobre 1986, nel ‘battesimo’ fortunato (1-0) proprio di Romano contro i giallorossi, piegati da Maradona. Al termine della stagione raggranella 16 gettoni di presenza e contribuisce alla conquista dell’agognato titolo. Oggi Luciano, che si dedica alla cura dei campi e della famiglia, compie 61 anni. Auguri ad un esempio di operosità costruttiva, campione d’Italia non certo per caso.

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