Di Emilio Scibona
In questo momento il vertice della Liga vede un Real Madrid in stato di grazia con un Barcellona (prossimo avversario del Napoli in Champions) contorto su sé stesso. Nel frattempo il Valencia (che se la vedrà con l’Atalanta) dà segnali di crescita mentre l’Atletico Madrid sembra essere al canto del cigno. Di questo abbiamo parlato con Stefano Borghi “Voz de la Liga” di DAZN in questa intervista divisa in due parti. Ecco la prima.
Partiamo dalla Liga e in particolare dal momento complicato del Barcellona. L’avvicendamento tra Valverde e Setien si sta rivelando la spia di un disagio ancora più profondo della mera scarsa brillantezza sul campo culminata nel caso Abidal. Che idea ti sei fatto della situazione del Barcellona in questa stagione?
L’idea che mi sono fatto è che ci fossero sotto delle correnti e delle problematiche che hanno cercato di sommergere e che adesso stano dirompendo in tutta la loro prepotenza Già dall’intervento di quest’estate di Piquè su quello che è stato fatto e quello che si poteva fare meglio, era possibile intuire qualcosa. Da una parte penso che il Barcellona sia una squadra fortissima: dall’altra però quando c’è scollamento tra le parti del club e manca una dirigenza forte, nascano gli squilibri. All’interno del club esistono correnti diverse: non c’è mai unanimità e non c’è stata nemmeno nelle decisioni di quest’anno e si sta vedendo tutto adesso.
Di contro c’è un Real Madrid che dopo un periodo anche duro di assestamento sembra aver ritrovato la “Via maestra per la vittoria” tracciata da Zidane. In questo momento possiamo considerarli come i favoriti per la vittoria della Liga?
Sicuramente lo sono per la Liga anche se bisogna passare dallo snodo cruciale del “Clasico” il primo Marzo. Resta comunque il fatto Real Madrid è tornato ad essere forte e vincitore, e questo per l’ambiente madridista conta più di qualunque, pur legittimo e corretto, discorso tecnico. I “blancos” sono reduci da 21 risultati utili consecutivi e si vede che questo è il Real di Zizou: la figura del tecnico è una figura multidimensionale. Quando arriva nel 2015 sono tutti dubbiosi e poi vince tre Champions League di fila, che però sono considerate le Champions di CR7 e dello state of mind Galacticos di Florentino. Lui è voluto tornare per dare un’identità e costruire una squadra sulla sua idea: non glielo hanno consentito a pieno perché non hanno sposato le sue idee di mercato e allora ha adattato quello che aveva disposizione ai concetti che voleva proporre. Ha trovato una squadra plasmabile con mentalità e attitudini vincenti, costruendo qualcosa di solido. Difficile dire se si possa imporre con questa forza anche in Europa ma una cosa è certa: Manchester City-Real Madrid sarà la partita dell’anno.
Per un Real che si è ritrovato c’è al contrario un Atletico che dopo una profonda mutazione sta cercando una nuova identità. Secondo te è giunto il momento di guardare un passo oltre il “Cholo”?
“Secondo me la risposta è no soprattutto pensando a cose è stato l’Atleti senza il Cholo visto che li ha rimessi nella mappa del calcio che conta. Detto questo oggi è difficile produrre cicli pluriennali alla Ferguson o alla Wenger. Nei primi anni di Simeone l’Atleti ha fatto delle cose straordinarie in relazione alla sua tradizione vincendo tantissimo anche se va detto già dalla finale di Champions persa nel 2016 a Milano ci sono stati i primi segni di cedimento perché in quel momento c’era la convinzione che quel derby si potesse veramente vincere. Va detto anche che giocare all’interno della macchina ‘Cholista’ significa dare il 120% per tutto l’anno: non tutti possono e non tutti riescono a farlo I Colchoneros hanno anche provato a diventare glamour, seguendo alcune correnti a mio parere sbagliate, nelle scelte di mercato: il risultato adesso è che l’Atletico in effetti è più brutto di quando lo etichettavano come brutto. Oggi non sono certo sul fatto che Simeone sieda nella prima partita della prossima stagione sulla panchina dell’Atletico: non sono nemmeno certo però del fatto che l’Atletico possa essere vincente se dovesse andare via il Cholo”.
Domanda d’obbligo anche sul Valencia, prossimo avversario dell’Atalanta in CL. La squadra di Celades negli ultimi tre mesi ha dato dei segnali di crescita notevoli, trovando enorme fiducia dopo aver eliminato l’Ajax. Dove pensi possano arrivare i Pipistrelli?
Posto che una buona pesca agli ottavi di CL non la puoi fare mai, bisogna capire se quel che peschi può essere indigesto. Il Valencia ha caratteristiche che possono infastidire l’Atalanta: una su tutte uno sviluppo del contropiede pazzesco con cui hanno annichilito Ajax, Chelsea e il Barcellona tutto possesso palla di Quique Setien. Inoltre, hanno tenuto Rodrigo e preso Florenzi, che in quel contesto può dire tranquillamente la sua. Si tratta di una squadra che già l’anno scorso ha dimostrato di avere una mentalità europea. Detto che io non sarei mai contento di incontrare l’Atalanta in generale perché è una squadra organizzata che gioca benissimo sono certo che sarà una bella sfida. In quanto a dove possano arrivare nella Liga non lo so: sono certo che la lotta per le posizioni europee nel campionato spagnolo sarà qualcosa di spettacolare.