Stefano Borghi: "Serie A cresciuta ma c'è ancora da lavorare. Juve favorita ma non tranquilla"

A tu per tu con la voce della Liga di DAZN per parlare del campionato spagnolo e della situazione della Serie A.

Stefano Borghi: "Serie A cresciuta ma c'è ancora da lavorare. Juve favorita ma non tranquilla"
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8 Febbraio 2020 - 13.39


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Di Emilio Scibona
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Ecco qui la seconda parte (clicca qui per leggere la prima) dell’intervista a Stefano Borghi, giornalista e telecronista di DAZN. L’argomento è la situazione della Serie A.

Non possiamo esimerci dal farti qualche domanda sul campionato italiano,

 quest’anno quantomai equilibrato nelle sue stratificazioni. In questo momento in Serie A si profila una lotta a tre per lo scudetto. Cosa ti aspetti da questa?
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Mi vanto una volta tanto di averlo detto prima di qualcun altro che la Lazio era una squadra credibile arrivata al culmine del suo processo di maturazione. E’ talentuosa, ben allenata, ha nel suo bagaglio diversi stili di gioco e ha sviluppato una mentalità vincente, inoltre considerando anche l’assenza di impegni europei si può dire che ha, salvo ovviamente cataclismi, la rosa proporzionata per arrivare fino in fondo.  La Juventus comunque fino a quando non sarà sancito qualcosa diverso resta la favorita ma quest’anno questo qualcosa può accadere per diversi motivi: il primo è che ci sono due alternative credibili visto che c’è anche l’Inter che ha dalla sua un allenatore bulimico di vittorie come Conte e il fatto di avere una rosa arricchita dall’aver preso due giocatori come Lukaku ed Eriksen, senza dubbio i colpi più importanti messi a segno in Serie A. Il secondo è legato alle motivazioni. La Juventus è superiore ma se in Champions League ha la fame di chi vuole addentare una bistecca pregiata della quale non ha mai gustato il sapore, in Italia vive la noia di chi addenta il solito filettino al quale è ormai assuefatta. Se però i bianconeri si allineassero ai dettami di Sarri a quel punto diventerebbero una palla di cannone che può distruggere tutto quel che gli passa davanti.
 
Allo stesso modo anche nelle rimanenti posizioni europee c’è incertezza. Mentre Atalanta e Roma stanno battagliando per la Champions: gli altri piazzamenti dell’EL sono contesi da due decadute e diverse sorprese. Dovendo azzardare una previsione, cosa immagini?
 
Detto che i primi tre posti europei sono in qualche modo assegnati resta un posto in CL e almeno due per la EL, in attesa della Coppa Italia. Per il quarto posto Atalanta e Roma ormai saranno protagoniste del duello: dietro le prime tre sono le squadre migliori. L’Atalanta è la squadra più bella mentre la Roma è cresciuta prima del previsto, ha un allenatore molto bravo e giocatori di qualità: i nerazzurri hanno però qualcosa in più sotto il profilo del gioco. Il resto è da vedere e da valutare in base al ritorno di Milan e Napoli. I partenopei hanno la rosa oggettivamente più attrezzata per scalare la classifica; il Milan si è ritrovato e non era così scontato.  Poi c’è il Cagliari che ha fatto vedere belle cose ma adesso è parecchio e forse fisiologicamente in flessione. In tutto questo ci sono diverse provinciali d’assalto: persino la Fiorentina se dovesse imbeccare un filotto potrebbe tornare in corsa. Manca però in modo impietoso e incredibile il Torino.
 
Anche la lotta salvezza si sta rivelando ingarbugliata. Ci sono squadre messe meglio e messe peggio ma nessuno dal Sassuolo in giù può sentirsi al sicuro. Quali realtà secondo te al momento o in generale sono quelle maggiormente fragili?
 
Sassuolo e Udinese hanno sicuramente qualcosa in più: nelle ultime partite i bianconeri hanno fatto zero punti ma ne avrebbero meritati di più. Anche la Samp  in altri termini ha quel qualcosa in più  che serve per tirarsi fuori. Credo proprio sarà una lotta che vede coinvolte le ultime quattro: Spal e Brescia sono in difficoltà. i ferraresi hanno dato segnali veramente negativi, le rondinelle vivono un periodo di altalene continue e l’instabilità tecnica attuale certo non aiuta. Serve almeno un mezzo miracolo. La partita probabilmente si giocherà tra Lecce e Genoa: I giallorossi sono forti di quell’idea di gioco che li ha portati alla doppia promozione dalla C alla A, inseguita con una scelta che sembra anche un po’ presuntuosa ma che intanto funziona: se riuscissero anche a salvarsi così sarebbe una storia favolosa. In quanto al Genoa è inspiegabile il motivo per cui con una rosa del genere si ritrovino così in basso: si vede però che l’arrivo di Nicola sta contribuendo a normalizzare la situazione. Sarà una bella lotta.
 
Una domanda sul campionato italiano in generale. Quest’anno si sta assistendo ad una competizione appassionante ma ci si interroga spesso sull’effettivo valore della Serie A. Essendo anche grande conoscitore di calcio internazionale tu cosa pensi?
 
Sono contento di vedere dopo anni in cui la Serie A mi divertiva relativamente di vedere una realtà diversa. Ci sono più squadre in giro che osano, che giocano con coraggio, che si divertono, come testimoniato dai risultati. C’è un’evoluzione rispetto al passato e questa è una notizia meravigliosa. Il gap con altri movimenti resta forte, c’è ancora bisogno di migliorare tante cose (e sottolineo tante) ma sotto il piano della mentalità calcistica si sono fatti tanti passi in avanti, auspicabili e necessari.
 
Per chiosare invece parliamo della tua recente iniziativa editoriale. Tu sei uno dei pochi giornalisti “antisocial” ma da ormai 8 mesi hai aperto un canale molto seguito su Youtube, l’unica piattaforma tra quelle 2.0 a seguire logiche meno capillari. Credi che sia possibile riuscire a fare giornalismo rimanendo estranei dai social?
 
Fare giornalismo senza social è possibile e io da questi resto orgogliosamente fuori. La mia è un iniziativa editoriale che esula dalla questa dimensione: io mantengo esattamente il mio marchio e il mio modo di fare giornalismo. Mi sono reso conto che come è cambiato il mondo è cambiato anche il mezzo per fare informazione. Vent’anni fa il modo era scrivere su un giornale e quindi fare una collaborazione o creare una rivista. Se io oggi mi lanciassi nella creazione di una rivista perderei tanto tempo, tante risorse e avrei pochi lettori: pubblicando un video su Youtube è come se producessi un quotidiano che mi consente di raggiungere più persone, in tempi ridotti e nel massimo del mio modo di fare professione. Credo sia una frontiera della professione nella quale c’è anche un elemento meritocratico, perché le visualizzazioni sono frutto dell’apprezzamento di ciò che fai. Di questo sono molto orgoglioso.
 
 
 
 
 
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