I Mondiali di calcio del Qatar del 2022 non sono iniziati, ma già echeggiano le proteste contro un paese che non può certo vantare un alto grado di democrazia e rispetto dei diritti umani.
L’oggetto in questione è il silenzio sulle morti bianche di lavoratori che, per la maggior parte stranieri e sottopagati al di sotto di qualsiasi soglia sindacale, il Qatar ha sfruttato per la costruzioni delle opere pubbliche, in primis gli stadi, necessarie per lo svolgimento dei Campionati Mondiali di calcio dell’anno prossimo.
Un messaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica e denunciare il governo del Qatar: secondo le stime del Guardian, sarebbero circa 6.500 i lavoratori immigrati morti durante la costruzione degli stadi nel Paese arabo, sede dei prossimi mondiali nel 2022.
“Human rights On and off the pitch” (“diritti umani sul campo e fuori”), è la scritta che campeggia sulle magliette bianche indossate dalla Norvegia della stella Erling Haaland prima della partita contro Gibilterra per le qualificazioni ai Mondiali 2022 (vinta dagli Scandinavi 3-0).
Già prima della sfida, il Ct norvegese Staale Solbakken aveva preannunciato la volontà di compiere un gesto dimostrativo, una presa di posizione forte da parte dei suoi ragazzi: “Stiamo preparando qualcosa di concreto per fare pressione sulla Fifa affinché sia ancora più diretta e ferma nei confronti delle autorità del Qatar, per imporre loro richieste più severe”.
Parole confermate, sempre alla vigilia, anche da Martin Odegaard: “Ho l’impressione che moltissimi miei compagni siano interessati a questo, ci tengano e vogliano fare qualcosa per cercare di contribuire in modo positivo”.
La Nazionale di calcio norvegese indossa una maglia di protesta sui diritti negati ai lavoratori in Qatar
Durante la partita Norvegia-Gibilterra per le qualificazioni ai Mondiali, i norvegesi hanno sfoggiato una maglia con la scritta "Human rights On and off the pitch"
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25 Marzo 2021 - 21.09
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