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Negli Usa negata la parità dei salari della nazionale femminile con quella maschile

Un giudice federale ha dichiarato inammissibile la prima parte della causa intentata dalle calciatrici statunitensi sulla parità degli stipendi con la nazionale maschile. Già pronto il ricorso

Negli Usa negata la parità dei salari della nazionale femminile con quella maschile
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2 Maggio 2020 - 11.45


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Gary Klausner, giudice federale della California, si è pronunciato a favore della Federcalcio statunitense (Us Soccer) su uno dei punti più delicati della causa intentata da alcune calciatrici della nazionale statunitense, che hanno chiesto un risarcimento di oltre 66 milioni di dollari (60 milioni di euro) per discriminazione di genere. 
A guidare la “rivolta” sono Hope Solo, Megan Rapinoe e Alex Morgan, calciatrici della nazionale femminile campione del mondo, quindi molto più vincente della pari nazionale maschile degli Usa.
La causa portata avanti dalle calciatrici si fonda su due punti: la violazione dell’Equal Pay Act in quanto il loro salario sarebbe minore rispetto ai colleghi della nazionale maschile, e la discriminazione legata alle condizioni del posto di lavoro. Quest’ultimo punto sarebbe legato ad una differenza riguardante alloggi, viaggi e altri bonus.
In merito al primo punto, il giudice Klausner ha bocciato con un documento di 32 pagine le argomentazioni sulla discriminazione salariale, mentre sull’altro nodo della questione il processo dovrebbe partire il 16 giugno prossimo.
Molly Levinson, portavoce delle 27 calciatrici statunitensi, ha già annunciato ricorso.

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