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Balotelli: "Serve lo Ius soli", Salvini: "non è la priorità degli italiani, pensa a giocare"

L'attaccante della Nazionale italiana ironizza sul proprio futuro, e affronta il tema del razzismo, vissuto con difficoltà da bambino.

Balotelli: "Serve lo Ius soli", Salvini: "non è la priorità degli italiani, pensa a giocare"
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5 Giugno 2018 - 13.37


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“Dove andrò a giocare? All’avvocato Rigo (collaboratore del suo agente Mino Raiola, ndrho detto che lo sa Salvini dove giocherò…”. Così ha risposto Mario Balotelli sul suo futuro in occasione della presentazione del libro ‘Demoni’ del giornalista Alessandro Alciato.
“In realtà – ha proseguito Balo – non so davvero dove andrò, se giocherò in Italia o all’estero. Torino è una bella città; non so invece come prenderebbero i tifosi del Nizza un mio trasferimento al Marsiglia”.
Quindi l’attaccante italiano ha toccato il tema del razzismo: “Nella mia vita ci sono stati tanti razzisti, anche ignoranza e paura del diverso. Quando ero più piccolo la vedevo in maniera differente, era molto difficile. C’erano cose che ancora non capivo e che ora so: piano piano si può cambiare, ma non è facile. Ho avuto la cittadinanza italiana solo al compimento dei 18 anni (come figlio di stranieri nato sul territorio italiano, ndr), prima non potevo vestire la maglia azzurra, e mi sento di fare un appello perché penso che la legge debba essere cambiata”, ha raccontato Mario Balotelli.

«Da piccolo vivevo in modo differente il problema – riflette il centravanti della Nazionale -, era più pesante ma io pensavo solo a giocare; i miei genitori capivano ma io no. Ora le capisco, cerco di aiutare a cambiare queste poche persone che fanno discriminazione. Nella mia vita ci sono stati tanti razzisti ma anche tanta ignoranza e paura della diversità. Io però sono un po’ strano… Pensavo: se tutti sono contro di me allora davvero ho qualcosa di buono. La prendevo come forza, mi sentivo importante». La sofferenza però c’era, visto che da ragazzo non poteva giocare in Nazionale. «Il momento che mi ha fatto più male senza la maglia azzurra è stato quando ero più giovane e non ho potuto giocare nelle Nazionali giovanili, visto che ho avuto la cittadinanza italiana solo a 18 anni». Ora però Balotelli è tornato in gruppo dopo quattro anni: «Sono tornato perché mi hanno convocato… (ride, ndr). Mancini è un tecnico a cui tengo tanto, ho un rapporto speciale con lui. Sono stato convocato perché penso di meritarlo come tutti gli altri; non per la mia maturazione, ma per meriti sportivi. Questa Nazionale mi piace tanto». Sul futuro però Mario non ha ancora certezze. Indica il suo avvocato, Vittorio Rigo, presente in sala, e fa una battuta: “A lui ho detto che Salvini sa dove giocherò…”. Una risata e poi via verso le vacanze. 

La risposta di Salvini a Balotelli, questa volta via Twitter, non tarda ad arrivare: «Caro Mario, lo `ius soli´ non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone».

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